Così dicendo la baciò e l’abbracciò a lungo, fra lo stupore dei presenti. Poi la prese per mano e insieme – lui tutto raggiante e lei piangente di gioia –, alzatisi da tavola, raggiunsero il posto dove sedevano la figlia e il fratellino, che erano rimasti stupefatti al sentire tali novità, e li abbracciarono teneramente. Le gentildonne, lietissime, accompagnarono Griselda in una camera, dove la spogliarono dei suoi poveri panni di contadina per rivestirla di un abito più consono al suo rango e la ricondussero nella sala del banchetto, dove tutti la accolsero come loro legittima signora. La festa proseguì, più gioiosa che mai, fra il tripudio generale e, siccome tutti erano felici di come si era risolta la cosa, i festeggiamenti si moltiplicarono e si protrassero per giorni e giorni. E intanto, i gentiluomini e le gentildonne, commentando i fatti tra loro, dicevano che Gualtiero era stato molto saggio, anche se aveva sottoposto la moglie a prove troppo crudeli, ma più saggia ancora era stata Griselda, perché aveva saputo sopportarle con forza d’animo e pazienza. Dopo di che, per completare l’opera, il marchese volle che Giannucolo abbandonasse il suo umile lavoro e come suocero lo tenne in grande considerazione, cosicché il buon vecchio finì la sua vita circondato di tutti gli onori e le consolazioni. Quanto a Gualtiero, egli visse a lungo e felicemente con la sua Griselda, amandola e rispettandola come di più non si sarebbe potuto.