Il prelato avrebbe voluto ribattere, ma, circondato da quella torma6 di briganti armati fino ai denti e decisi a tutto, cosa poteva fare? Nulla, naturalmente! E così, facendo buon viso a cattivo gioco, con tutto il suo corteo di cavalli, bagagli e servitori e con la scorta dei briganti, seguì, malvolentieri, l’ambasciatore sino al castello di Ghino. Poi, giunto a destinazione, fatto smontar di sella, fu rinchiuso, per ordine di Ghino, in una stanzetta piccola, angusta e mezzo buia, mentre gli uomini del suo seguito furono alloggiati in camere splendide, con tutti gli agi. Il resto, cavalli e mercanzia, fu sistemato al sicuro, nell’ala opposta del castello, senza che nulla venisse toccato. Dopo di che, Ghino andò a trovarlo e, senza dirgli chi fosse7, gli domandò dov’era diretto e perché. L’abate, che era un uomo assennato e aveva capito che non gli conveniva fare l’offeso e l’arrogante, gli disse la verità: «Ero diretto ai bagni di Siena, per curarmi da un fastidioso mal di stomaco».
Ghino non batté ciglio: «Ora ti curo io!», pensò. Ordinò ai servi di accendere un bel fuoco nel camino e raccomandò di tenerlo sempre ben attizzato. Poi, la mattina dopo, portò all’abate alcune fette di pane abbrustolito, avvolte in un tovagliolo, e un bel bicchierone di vernaccia: «Messere», gli disse, «Ghino, da giovane, ha studiato medicina, e afferma che nessun rimedio è più efficace contro il mal di stomaco del pane abbrustolito e di una buona vernaccia. Perciò, mangiate e bevete, di buon animo, ciò che vi manda, e presto sarete più sano di un pesce». L’abate, il quale aveva più fame che voglia di parlare, si divorò in un batter d’occhio le fette di pane e bevve, con gran piacere, il vino che il suo ospite gli mandava. La stessa cosa si ripeté il giorno dopo e molti altri ancora. E intanto l’abate, ogni volta che Ghino, fingendo di essere un servo, andava a visitarlo e a portargli da mangiare, gli chiedeva con insistenza: «Quando avrò il piacere e l’onore di conoscere il padrone di casa?».

6 torma: folla, frotta.
7 senza… fosse: Ghino preferisce celare la sua identità dietro l’anonimato, fingendo di essere un emissario di Ghino.