Ghino sorrise soddisfatto e poi gli disse: «Ora, messere, vorrei raccontarvi in breve una storia».
«Dite pure», rispose il prelato, con una punta di impazienza nella voce.
«Voi, come tutti, ritenete che Ghino sia un ladro, un furfante e un masnadiero. E avete ragione, ma dovete sapere che, se egli si è guadagnato questa fama, la colpa è tutta del destino e dei suoi nemici, che lo hanno cacciato, ancora giovane, dalla sua casa e dalla sua città, e lo hanno ridotto in miseria, da ricco e nobile che era. Sicché, per sopravvivere e difendersi, e non per malvagità o cattiveria, Ghino, che sono io, ha dovuto adattarsi a diventare un ladrone e un nemico del papa. Ma, poiché voi mi sembrate un uomo prudente e valoroso, dopo avervi guarito del vostro male, vorrei riservarvi un trattamento di favore. Con un altro, al vostro posto, non mi farei tanti scrupoli e gli prenderei ciò che mi pare, ma a voi non farei mai questo torto. Perciò scegliete da solo e liberamente quel che volete lasciarmi, diciamo così, in dono o come ricompensa per avervi guarito. I vostri beni sono tutti qui, davanti a vostri occhi e così pure i vostri cavalli, sino all’ultimo ronzino. Dopo di che, potrete andarvene tranquillamente, quando vi piacerà».
L’abate, che era caduto dalle nuvole sentendo un discorso così nobile e saggio in bocca a un ladro di strada, cominciò a provare una grande simpatia per Ghino: «Giuro su Dio», gli disse abbracciandolo, «che, per avere l’amicizia di un uomo come te, sopporterei ben altre offese di quelle che finora credevo mi avessi fatte. Maledetta sia la sfortuna che ti ha costretto a intraprendere questo mestiere sciagurato!». Poi, prelevò dai suoi bagagli solo le cose strettamente necessarie, lasciando il resto a Ghino, compresi quasi tutti i cavalli, e se ne partì per Roma, dove il papa, che aveva saputo della sua cattura, lo ricevette subito, al suo arrivo: «Allora, vi hanno fatto bene i bagni di Siena?», gli domandò sogghignando.
E l’abate: «Santità, ai bagni non ci sono stato, ma ho trovato un buon medico che mi ha guarito ottimamente», rispose e gli raccontò, in breve, la sua avventura e di come Ghino lo avesse curato a base di pane abbrustolito e vernaccia.