«Ecco la persona giusta che potrà togliermi dai guai», pensò il Saladino fregandosi le mani. C’era un solo problema, e non da poco: Melchisedech era molto avaro ed estorcergli la cifra favolosa che aveva in mente il sultano era un’impresa impossibile.
«Impossibile, impossibile, signore!», gli ripeteva il suo fedele segretario, torcendosi le mani.
«Per me la parola impossibile non esiste, chiaro!», lo rimbecò il Saladino, «e se non potrò ottenere il prestito in altro modo, ricorrerò all’astuzia». Così, fece chiamare Melchisedech e gli disse: «Tutti mi dicono di te che sei un gran saggio, molto esperto in materia religiosa e perciò mi è venuta la curiosità di interpellarti su un problema che mi ponevo in questi giorni».
«Dite pure, signore», lo incoraggiò l’ebreo.
«Ecco, vorrei sapere quale, secondo te, è la religione più vera, se l’ebraica, l’islamica o la cristiana».
Melchisedech capì al volo l’astuzia del sultano: «Costui ha qualche progetto in mente e vuole cogliermi in fallo nelle parole, per qualche suo scopo misterioso. E così, se gli dirò che l’una o l’altra di queste religioni è la più giusta, lui mi farà chissà quali obiezioni, dimostrandomi il contrario, e così via. Perciò, per cavarmi da quest’impiccio, dovrò aguzzare l’ingegno e trovare una soluzione». E Melchisedech, dopo averci pensato un po’ su, rispose: «Signore, la domanda che voi mi ponete è molto difficile e vorrei rispondervi a modo mio, raccontandovi una storia».
«Parla, ti ascolto», rispose il Saladino.