Un santo in piena regola (dal racconto di Panfilo) Ser Ciappelletto è un uomo avido, corrotto e vizioso, che, dopo una vita vissuta all’insegna del male, trovandosi d’improvviso in punto di morte, invece di pentirsi dei suoi peccati, decide di improvvisare un’ultima beffa, questa volta ai danni di Dio. Così, con un’abilità istrionica e una prontezza di spirito senza pari, rende al frate chiamato al suo capezzale una falsa confessione, spacciandosi per un modello di castità, al punto che il buon frate non esita a crederlo un santo. E così il pessimo Ciappelletto, da famigerato manigoldo, salirà agli onori degli altari trasformandosi in santo, venerato da molti creduloni, convinti addirittura che egli faccia miracoli. Ser Ciappelletto è un personaggio negativo, forse il personaggio più immorale fra quelli presenti nel Decameron. Eppure la sua spregiudicatezza e la sua coerenza nel male, che lo portano a recitare fino all’ultimo il ruolo di impostore, riescono a rendercelo quasi simpatico e ad attirare la nostra ammirazione. Nella sua impudenza, ser Ciappelletto è, a suo modo, una figura straordinaria, la cui genialità è in netto contrasto, sia con l’ingenuità del suo confessore, sia con quella dei bigotti creduloni, disposti a bersi di tutto, persino che un morto come lui possa fare «miracoli».