Ciappelletto assunse un’aria compunta12, e sospirò profondamente: «Beh, a dirla tutta, padre, sì e molte volte», rispose, «perché, vedete, io, oltre alle quaresime13, avevo l‘abitudine di digiunare almeno tre giorni alla settimana, nutrendomi solo di pane e acqua.
E avreste dovuto vedere con che foga addentavo quel pane, quando avevo fame, e con avidità mi dissetavo! Gli ubriaconi non bevono il vino con lo stesso piacere con cui io bevevo quell’acqua, parola mia! Senza contare, poi, che, durante i digiuni, andavo in brodo di giuggiole talvolta, pensando a quelle insalatuzze gustose di erbette fresche, che preparano le donne, quando vanno in campagna».
«Ma questi sono peccatucci leggeri, roba da niente!», proruppe il frate sorridendo.
«Ahimè, non dite così per consolarmi, padre. Ciò che si fa per Dio, bisogna farlo bene (io lo so!), altrimenti si fa peccato».
«Sono contento che la pensi così, mio caro. Ma dimmi: hai mai commesso peccati di avarizia e avidità?».
«Oh, quanto a questo», proseguì Ciappelletto arrossendo, «non vorrei che pensaste male di me, perché mi trovo in casa di questi usurai. Io non ho nulla da spartire con costoro, sia chiaro! Anzi, a dirla tutta, ero venuto qui apposta per convertirli. E credo che ci sarei riuscito, se non mi fossi ammalato. Dovete sapere, dunque, che io ero di famiglia ricca e, quando mio padre morì, diedi quasi tutti i miei beni in elemosina. È vero che mi son messo a fare il mercante dopo, ma solo per mantenermi ed aiutare i poveri, non per arricchirmi».
«Ben fatto!», commentò il padre coi lucciconi agli occhi. «Ma ti sarà pur accaduto qualche volta in vita tua di perdere le staffe e di arrabbiarti?».
«Eccome! E chi non si arrabbierebbe vedendo la gente bestemmiare, non rispettare i comandamenti di Dio. Sapeste che rabbia mi veniva, quando sentivo qualcuno spergiurare. O quando vedevo i giovani perder la testa dietro alle donne, al gioco e il tempo nelle taverne, invece di andare in chiesa a fare del bene!».

12 compunta: falsamente addolorata, modesta.
13 quaresime: nella liturgia cattolica, la quaresima è il periodo di penitenza e digiuno della durata di quaranta giorni, in preparazione della Pasqua.