Ora, vero o falso che fosse2, si racconta che, quando costui venne a morte le campane della chiesa maggiore di Treviso si misero a suonare a distesa, senza che nessuno le avesse neanche sfiorate. Tutti gridarono al miracolo e la gente, quasi impazzita, accorse in massa alla casa del pover’uomo, dicendo che era un santo e che bisognava esporre il suo cadavere in chiesa. Fu così che il corpo di Arrigo fu trasferito, a furor di popolo, nella chiesa maggiore e lì, in men che non si dica, cominciarono ad affluire ammalati di ogni genere, ciechi, zoppi, paralitici, storpi. Poveri disgraziati convinti che, solo sfiorando il corpo del santo, avrebbero recuperato la salute.
In tanto tumulto e accorrere di popolo, arrivarono dunque a Treviso tre nostri concittadini, dei quali uno si chiamava Stecchi, l’altro Martellino e il terzo Marchese. Costoro si guadagnavano da vivere facendo gli imitatori, un mestiere in cui erano abilissimi, tanto che venivano richiesti soprattutto dai signori, i quali li invitavano volentieri per assistere ai loro spettacoli. Al vedere quell’andirivieni frenetico di gente, i tre amici lì per lì rimasero sorpresi, poi, saputane la ragione, decisero di andare anche loro a curiosare. Così, sistemati i bagagli in un albergo, si diressero verso la chiesa, ma, giunti a destinazione, videro che la folla era talmente grande, che entrare era quasi impossibile: «E adesso, con la ressa che c’è, me lo dite come facciamo a vedere il corpo del santo?», sbottò Marchese deluso.
E Martellino, che era il più ingegnoso dei tre: «E io vi prometto che lo vedremo», sbottò.
«Ah, sì, e come?», domandò Stecchi sogghignando

2 vero… fosse: si tratta di una precisazione importante, con cui Boccaccio dimostra il suo sostanziale scetticismo in materia di prodigi e miracoli. Egli non mette in dubbio apertamente l’autenticità dell’evento, ritenuto all’unanimità miracoloso, ma si limita, più prudentemente, a lasciare aperta anche la possibilità opposta, secondo la quale cioè quell’episodio (i rintocchi delle campane che si
sarebbero messe in azione da sole) non era un prodigio soprannaturale, ma un fatto spiegabilissimo razionalmente.