E di sicuro la gente, inferocita, lo avrebbe ridotto a mal partito, se Marchese non avesse avuto un’idea. Andò di corsa dalle guardie che sorvegliavano l’ingresso della chiesa, e disse loro: «Quell’uomo», e così dicendo indicò il povero Martellino, «è un tagliaborse4 e ci ha derubati». Le guardie non se lo fecero ripetere, accorsero subito nel luogo dove il poveraccio veniva pettinato senza pettine5 e, dopo averlo strappato a malapena dalle grinfie del popolo infuriato, lo accompagnarono al palazzo del podestà6. Nel frattempo, molte persone, che lo avevano seguito fin là, quando videro che era stato arrestato come ladro, per vendicarsi di lui, lo denunciarono dicendo di essere stati derubate anche loro. Allora il giudice, che era un uomo rozzo e senza scrupoli, lo prese da una parte e cominciò a interrogarlo. Ma Martellino, invece di prendere sul serio il pericolo, come se non si rendesse conto del rischio che correva, rispondeva scherzando. E così, il giudice, irritato dal suo comportamento, lo fece legare alla colla7, con l’intento di fargli confessare i suoi misfatti e quindi farlo impiccare.
«Messere», disse allora Martellino, tutto tremante di paura, «io vi confesserò subito la verità, ma prima fatevi dire da quelli che mi accusano, quando e dove io li ho derubati». Il giudice acconsentì, convocò gli accusatori e cominciò a interrogarli uno alla volta. Ma di costoro, chi diceva di essere stato derubato due giorni fa, chi otto, chi sei, alcuni sostenevano di essere stati derubati quel giorno stesso. Al che, Martellino, udendo queste cose, disse rivolto al giudice: «Sono tutti bugiardi spudorati, ve lo assicuro, perché io sono arrivato in questa città soltanto stamattina (e volesse il cielo che non vi avessi mai messo i piedi). E la prima cosa che feci – disgraziato me! – fu di andare a vedere il corpo di questo santo, in chiesa, dove poi fui conciato per le feste, come sapete.
4 tagliaborse: ladro, borseggiatore.
5 veniva… pettine: veniva picchiato; metafora scherzosa, per indicare che Martellino stava subendo gli effetti della rabbia scatenata dei trevisani.
6 podestà: capo del comune, l’equivalente del nostro sindaco.
7 colla: strumento di tortura. Consisteva in una semplice fune, con cui si legavano dietro la schiena le braccia del presunto colpevole, sollevandolo da terra e abbassandolo, finché non avesse confessato la sua colpa.