Questa novella è sicuramente una delle più avventurose e divertenti di tutto il Decameron, ricca di sorprese e colpi di scena. Protagonista è Andreuccio da Perugia, un giovane e ingenuo mercante di cavalli che, recatosi a Napoli per affari, viene coinvolto, suo malgrado, in una serie di avventure pericolose, da cui riuscirà a scampare fortunatamente. Accanto a lui si avvicendano altri personaggi, secondari, ma indimenticabili, come l’astuta Fiordaliso, un’abile truffatrice che deruba Andreuccio fino all’ultimo soldo, e la strana coppia dei due ladri, che lo costringono a scendere nottetempo nella tomba di un vescovo per rubare un prezioso anello. Ma la vera protagonista della storia è la «fortuna» che, proprio quando sembra voltare le spalle al giovanotto, gli riserva in realtà gradevoli sorprese, sicché alla fine, dopo essere stato ingannato e derubato, Andreuccio se ne ritorna a casa più ricco di quando era partito.
Molti e moltissimi anni or sono, nella bella città di Perugia, viveva un giovane mercante di cavalli, chiamato Andreuccio di Pietro. Orbene, costui aveva sentito dire che a Napoli, in quei giorni, c’era una grande fiera di cavalli. E così, spinto dalla curiosità e dal desiderio di comprare, lui che non era mai uscito neanche una volta dalla sua città, si mise in borsa cinquanta fiorini1 d’oro e se ne andò a Napoli, in compagnia di altri mercanti.
1 fiorini: il fiorino è l’antica moneta aurea fiorentina, che recava impresso il giglio, simbolo di Firenze.