E gli narrò di essere nata a Palermo, da una relazione clandestina di suo padre con una gentildonna di quella città: «Nostro padre, Pietro, mi lasciò che ero ancora piccolina e io fui allevata da mia madre, che era una donna ricca e di buona famiglia e, quando giunsi in età da marito, mi diede in sposa a un gentiluomo agiato e dabbene. Con l’aiuto del nostro buon re, Carlo5, e per ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare, ci siamo trasferiti qui a Napoli, dove il caso ha voluto che ti incontrassi, fratello mio». E, così dicendo, piangeva e accarezzava Andreuccio teneramente. Il ragazzo, sentendo questa storia narrata così bene, ricordandosi che suo padre era davvero vissuto a Palermo, prima che lui nascesse, si lasciò intenerire dalle finte lacrime della donna e prese le sue parole per oro colato: «Felice di averti ritrovata, sorella mia», le disse infine, commosso.
Nel frattempo, era venuta l’ora di cena e Fiordaliso volle a tutti i costi che Andreuccio si trattenesse a mangiare da lei. Gli offrì un pranzo sontuoso, ricco di buone vivande e ottimi vini. Dopo di che, tanto fece e tanto disse che lo convinse a restare a dormire a casa sua.

5 Carlo: Carlo d’Angiò.

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