«Io non ti conosco, e non so cosa dici, amico! Vattene a casa e torna domattina, dopo che hai smaltito la sbornia», e così dicendo richiuse violentemente la finestra. Ma Andreuccio, disperato, non si dava per vinto e continuava a urlare. Urlava e picchiava a più non posso, finché a una finestra della casa non si affacciò un omone, grande e grosso, con una barbaccia nera: «Chi è là?», gridò con voce stizzita e cavernosa10.
«Sono Andreuccio, il fratello di donna Fiordaliso».
«E io non so chi mi tenga dal venir giù e prenderti a legnate, brutto asinaccio fastidioso e ubriaco che non sei altro!», e così dicendo chiuse con grande fragore la finestra. Costui, che si chiamava Buttafuoco ed era il fratello di donna Fiordaliso, era un uomo violento e collerico. Sicché alcuni vicini, che lo conoscevano bene, impietositi, si affacciarono alla finestra e dissero ad Andreuccio: «Per carità, ragazzo, se tieni alla tua pelle, vattene via più presto che puoi. Vattene per la tua strada e non tornare più».
Andreuccio capì che non era il caso di insistere, si mise la coda fra le gambe e, tutto dispiaciuto per i suoi denari, si allontanò.
La prima cosa che gli venne in mente fu di dirigersi verso l’albergo, seguendo la strada che aveva fatto di giorno con la servetta. Ma poi, riflettendoci, pensò che prima sarebbe stato meglio fare un bel bagno in mare, per ripulirsi e togliersi di dosso quel fetore di fogna che lo impestava. Così, svoltò a sinistra e s’incamminò per una via che conduceva al porto. Cammina cammina, vide due uomini che venivano verso di lui con in mano una lanterna: «Ahimè di me, saranno mica due ladri criminali?», pensò e, per sfuggirgli, si rifugiò in un casolare, lì vicino. Ma, neanche a farlo apposta, anche quei due presero la stessa strada, e, giunti al casolare, gettati a terra alcuni arnesi di ferro che portavano al collo, cominciarono a confabulare fra di loro e l’uno diceva: «Senti che puzza?»
10 cavernosa: cupa e profonda