PRESENTAZIONE

Il Decameron di Boccaccio è, come ben si sa, un libro che non cessa mai di sorprendere sia per la felicità e la vivacità delle invenzioni e delle soluzioni stilistiche, sia per la ricchezza del materiale narrativo. Riproporlo al pubblico della scuola è un’iniziativa che assume perciò ogni volta i caratteri di una sfida tra un archetipo, inarrivabile nella sua assoluta perfezione, e una riscrittura che, nel tentativo di semplificare, è costretta ad allontanarsi dal modello, spesso più di quanto vorrebbe. Dieci giorni per raccontare, la raccolta di novelle tratte dal testo boccacciano, pur mantenendosi, per ovvi motivi di fruibilità, distante dall’opera, cerca di restare tuttavia abbastanza fedele alla sua struttura originale. Anche per questo, invece che alla scansione per temi o percorsi, abbiamo preferito attenerci alla classica suddivisione in giornate, da cui abbiamo escluso solo la terza, per il linguaggio e per i suoi contenuti eccessivamente scabrosi, irroponibili al pubblico dei giovanissimi fruitori.

Ogni giornata è preceduta da una sorta di prologo, che occupa lo spazio tradizionalmente occupato dalla cornice, e nel quale vengono esposti, nella forma accattivante e spesso diversi in rima, i temi principali delle novelle incluse in ciascuna giornata. Naturalmente, nella scelta dei testi, abbiamo privilegiato le novelle più famose (Lisabetta da Messina, Nastagio degli Onesti, Ser Ciappelletto, Frate Cipolla, ecc.), riservando però un ampio spazio anche alle novelle comiche, come quelle dedicate alle storie esilaranti di Calandrino, di cui abbiamo riproposto l’intera saga (Calandrino e la pietra eliotropia, La vera storia del corvo rubato, Calandrino è incinto, Calandrino e la bella Niccolosa).

Ogni novella è accompagnata da un apparato didattico, con gli esercizi suddivisi nelle varie rubriche (Comprensione, I personaggi, Lingua e stile, Riflettiamo sul testo, Dalla lettura alla scrittura).

La semplicità e la limpidezza del linguaggio, la sobrietà dello stile, a cui questa riscrittura del Decameron si attiene, nel doveroso rispetto delle competenze linguistiche e culturali dei giovani lettori, non toglie vigore al fascino del racconto, alla seduzione che si sprigiona da quel passato remoto, quasi fiabesco, in cui si collocano le situazioni e i personaggi di quest’opera immortale.