Questa novella racconta una delle storie d’amore più tragiche del Decameron. Protagonista è la bella Lisabetta, una ragazza che vive in una famiglia di agiati mercanti e che ama, riamata, Lorenzo, un giovane onesto ma di condizione sociale inferiore alla sua. I due innamorati si frequentano, di nascosto, ma i fratelli di Lisabetta, scoperta la loro storia, decidono di vendicarsi e uccidono Lorenzo. A questo punto, il destino della ragazza è segnato: Lisabetta infatti dissotterra la testa del giovane e la seppellisce in un vaso di basilico, che tiene sempre con sé e a cui si affeziona morbosamente, sino a morire di dolore quando i fratelli, insospettiti, glielo sottraggono. La vicenda di Lisabetta, dall’epilogo così tragico, non è solo una semplice storia d’amore finita male, ma è anche un esempio del ruolo importante che, nella società di allora, svolgevano i pregiudizi sociali, che, insieme a un malinteso senso dell’onore e della giustizia, spingeranno i fratelli di Lisabetta a uccidere, nell’intento assurdo di salvare l’onore della famiglia.
Vivevano un tempo nella città di Messina tre giovani fratelli, mercanti di professione, a cui il padre morendo aveva lasciato una ricca eredità. Costoro avevano una sorella, chiamata Lisabetta, giovane, bella e molto virtuosa ma – com’è come non è – non pensavano ancora a trovarle un marito. I tre fratelli avevano anche un servitore, un giovinetto pisano, di nome Lorenzo, il quale amministrava le loro terre e si occupava dei loro affari. Lorenzo era un bel ragazzo, sensibile e dai modi gentili, e Lisabetta, vedendolo, a poco a poco, si innamorò di lui.