Così, quando Lorenzo se ne accorse, cominciò a distogliere gli occhi dalle altre ragazze e a pensare soltanto a Lisabetta. Non passò molto tempo, che i due giovani iniziarono a frequentarsi di nascosto. Si vedevano quasi ogni giorno, mentre i fratelli di Lisabetta erano assenti per affari, fuori città. Le cose filarono lisce per un po’, finché una volta, il fratello più anziano rientrò in casa in anticipo e li sorprese abbracciati. Loro non se ne accorsero e perciò continuavano ad abbracciarsi e a mormorarsi parole affettuose, come fanno gli innamorati, mentre il fratello di Lisabetta, tratteneva il respiro, per non farsi sentire, ma dentro di sé bruciava dalla rabbia. Lì per lì avrebbe voluto gettarsi su Lorenzo e ucciderlo all’istante, ma poi, riflettendo con più calma, pensò di informare prima di tutto i suoi fratelli. Così, scesa la sera, i tre, all’insaputa della sorella, prepararono insieme il piano della vendetta, e il giorno dopo presero Lorenzo dicendogli con le buone: «Noi vorremmo andarcene un po’ in campagna, per divertirci e far festa insieme. Vieni con noi?».
Naturalmente Lorenzo acconsentì e se ne partì insieme con loro, senza sapere, povero ragazzo, che non sarebbe ritornato mai più. I tre fratelli, infatti, giunti in un luogo appartato, in piena campagna, rivelarono le loro vere intenzioni e, dopo averlo insultato come un criminale, lo uccisero a sangue freddo. Poi presero il suo corpo, lo seppellirono alla bell’e meglio e se ne tornarono a casa, come se niente fosse, dicendo a tutti, per giustificare la sua assenza, che lo avevano mandato fuori città per certi affari. Ma, col passare dei giorni, Lisabetta, non vedendolo tornare, stava in pensiero e cominciò a interpellare sempre più spesso i suoi fratelli: «Dov’è andato Lorenzo, perché non torna?», chiedeva con un filo di voce.
E loro,di malagrazia: «E a te che cosa t’importa di Lorenzo, perché ci annoi sempre con queste domande? Bada di non farlo più, perché, se lo farai ancora, ti risponderemo come meriti. Chiaro?».