Per fortuna, sopraggiunse subito un giudice, che ascoltò, prima le ragioni dello Stramba, poi quelle della ragazza: «Io non ho fatto niente… è stata la salvia, la salvia!», ripeteva Simona tutta convulsa4, torcendosi le mani. Dopo di che, fra un singhiozzo e l’altro, riferì per filo e per segno la storia.
Ma il suo racconto era così strano e confuso, che il giudice, non riuscendo a raccapezzarsi e non volendo tirare la cosa per le lunghe, decise di recarsi egli stesso in quel giardino e di condurre insieme con sé l’accusata.
Là trovarono il corpo del povero Pasquino, riverso a terra, con gli occhi spalancati e la bocca atteggiata a una smorfia di dolore, tutto gonfio e pieno di lividi: «Sono senz’altro segni di avvelenamento», disse il giudice osservando le macchie scure che ricoprivano il cadavere. Poi riprese di nuovo a interrogare la ragazza, a chiederle i fatti, nei minimi dettagli, e il perché e il per come. Lei, che nel frattempo si era un po’ calmata, gli riferì daccapo ogni cosa; quindi, per fargli capire meglio, si avvicinò al cespuglio di salvia, ne strappò una fogliolina e cominciò a sfregarsi i denti con quella: «Ha fatto così e così, poi è caduto a terra e dopo un po’ è morto», spiegava. E intanto lo Stramba, l’Atticciato e il Malagevole e gli altri compagni di Pasquino la insultavano e gridavano a più non posso che era un’assassina e bisognava bruciarla viva. E, mentre così gridavano, Simona che, un po’ per il dolore della morte di Pasquino, un po’ per la paura delle minacce urlate dallo Stramba e compagni, tremava come una foglia, all’improvviso cadde a terra, accanto al cadavere del giovane e, in pochi istanti, morì.
Il giudice, non credendo ai suoi occhi, si chinò su di lei e, con grande stupore, vide anche sul suo corpo le stesse macchie scure che aveva visto su quello di Pasquino: «Questi due poveretti sono morti sfregandosi con una foglia di salvia. Ma la salvia, che io sappia, non è velenosa. Che imbroglio è mai?», diceva grattandosi la fronte. «Comunque, per evitare altri guai,sarà meglio estirpare questa mala pianta, affinché non avveleni più nessuno». Dopo di che, fece chiamare il guardiano del giardino e gli ordinò di tagliare la pianta dalle radici.

4 convulsa: agitata