«Faranno il diavolo a quattro e poi si calmeranno; tu non preoccuparti e lascia fare a me».
Pietro, che non amava improvvisare ed era un giovane molto scrupoloso, preparò la fuga nei minimi dettagli, e, quando arrivò il momento opportuno, ne approfittò. I suoi parenti si erano recati in massa a un matrimonio, fuori Roma e, per combinazione, anche Gigliozzo era fuori città, per questioni di lavoro. Finalmente l’occasione propizia! Così, alzatosi per tempo, se ne salì in sella al suo cavallo, e via!, mentre la città cominciava appena a svegliarsi, lui se la filava già, al galoppo, con Agnolella, che gli teneva dietro sul suo ronzino4. La coppia, dunque, cavalcava di buon trotto, diretta ad Anagni5; il tempo era bello, con un grande sole che filtrava fra i rami degli alberi e cominciava già a scaldare. Finalmente un po’ di felicità! A nessuno dei due sembrava vero, dopo tanti giorni vissuti nell’angoscia, di poter stare insieme, lontani dai parenti e dalle loro assurde rimostranze6: «Non c’è niente di più forte dell’amore», diceva Pietro, beato. Ma la felicità, a volte, rende distratti e così Pietro, un po’ perché aveva la testa fra le nuvole, un po’ perché non conosceva bene il cammino, arrivato ad un certo punto, svoltò a sinistra invece di prendere la destra, e si trovò ben presto fuori strada. Uno sbaglio che gli costò molto caro. E difatti, non avevano percorso neanche due miglia, che arrivarono nei pressi di una rocca: «Altolà!», urlò d’improvviso una vociaccia, mentre uno stuolo di dodici uomini armati, o forse anche di più, sbucava contemporaneamente da dietro un cespuglio e intimava loro di fermarsi.

4 ronzino: cavallo di piccole e medie dimensioni, tozzo, spesso vecchio e malandato.
5 Anagni: località del Lazio, fra Roma e Frosinone.
6 rimostranze: rimproveri, lamentele.