«Sono briganti, Pietro, fuggiamo o ci uccideranno», si mise a urlare Agnolella, e via!, spronando più che poteva il suo ronzino, cominciò a correre a rotta di colpo e si dileguò in men che non si dica nel folto di un bosco. Il povero Pietro, invece, era rimasto così sorpreso dall’incursione improvvisa dei ladroni, che non ebbe neanche il tempo di reagire. E, mentre fissava imbambolato l’Agnolella che fuggiva nel bosco, quei briganti gli furono subito addosso e lo circondarono.
«Scendi da cavallo e consegnaci le armi, se ne hai, o sei un uomo morto!»,gli ordinò la stessa vociaccia che gli aveva ingiunto l’altolà al loro arrivo. Pietro, vedendo che non aveva alternative e che ormai ogni via di fuga era bloccata, obbedì. Subito sopraggiunsero due brutti ceffi che afferrarono il cavallo per le briglie e lo portarono via, mentre altri due bloccarono Pietro, senza tanti complimenti, puntandogli un coltello alla gola. L’uomo dalla vociaccia, che era il capo dei briganti e si chiamava Malagigi, si avvicinò al prigioniero e, dopo averlo squadrato con sguardo truce, gli intimò: «E adesso, dicci il tuo nome».
Pietro glielo disse e,mentre i due brutti ceffi lo immobilizzavano, Malagigi si appartò con gli altri e tutti insieme cominciarono a discutere a bassa voce: «Costui è un Boccamazza, un amico degli Orsini7, che sono nostri nemici. Cosa dobbiamo farne?», disse uno.
«Prendiamogli tutto quello che ha e impicchiamolo a un albero», propose un altro.
«Buona idea!», rispose Malagigi sghignazzando. Poi, con passo baldanzoso, si avvicinarono al prigioniero e gli ordinarono di spogliarsi. Pietro, il quale aveva già capito che cosa avessero in testa quei briganti, cominciò a spogliarsi lentamente, recitando a fior di labbra le sue preghiere. Quand’ecco che all’improvviso sopraggiunse uno squadrone di venti uomini, armati fino ai denti, urlando «A morte, a morte!». Era un agguato, teso contro i briganti di Malagigi. Costoro, dapprima, tentarono di difendersi, poi, visto che gli assalitori erano più numerosi e ben armati, sentendosi a malpartito, si misero a fuggire disordinatamente, chi di qua, chi di là, con i nemici alle calcagna, che continuavano a urlare «A morte, a morte!».

7 Orsini: illustre e potente famiglia nobile romana.