50 6 I destini si incrociano Quanto tempo fosse passato da quando era lì nella cella Alessandro non sarebbe riuscito a dirlo. Nel buio del seminterrato, unica compagnia qualche topo che correva su e giù e che gli squittiva intorno, mentre giaceva in dormiveglia, fu destato da un brigante che gli aveva portato del cibo. Mangiò con voracità il pane raffermo e bevve dalla ciotola piena d acqua, poi si alzò in piedi e prese a camminare. Su e giù, tre passi per due, nella cella minuscola, come un animale in gabbia. Quando si stancò, tentò di esplorare quei pochi metri, giusto per passare il tempo. I suoi occhi, a poco a poco, si erano abituati all oscurità in cui era immersa la cella e riusciva a scorgere cose, che all inizio gli erano sfuggite. Adesso vedeva che sulle pareti erano stati tracciati dei segni. Alcuni incomprensibili, altri, invece, erano disegni, probabilmente fatti da prigionieri che avevano occupato quella cella prima di lui, chissà quanto tempo prima Un disegno rappresentava tre uomini impiccati in una piazza; un altro un ragazzo e una ragazza che camminavano mano nella mano nel bosco; un altro ancora era un simbolo di morte. Alessandro li osservò uno a uno. Poi, stanco, si stese, chiuse gli occhi e cadde in una specie di dormiveglia. Quando si svegliò non sapeva quanto tempo fosse passato. Si mise in piedi e camminò un poco nella cella. Se non faccio qualcosa , si disse, divento matto in questo posto. Ammesso che ne esca vivo, naturalmente.