Giovanni Melodia Il terrIbIle bIrkeMayer Nelle testimonianze dei deportati compaiono innumerevoli figure di individui di inaudita crudeltà, pronti a infierire sulle loro vittime per puro sadismo. A questo genere di persone possono appartenere ufficiali e soldati delle SS, ma più spesso si tratta di semplici detenuti i cosiddetti Kapò cui i tedeschi affidano il compito di sovrintendere al funzionamento del campo. I più terribili sono i Kapò reclutati fra i delinquenti comuni, macchiatisi di gravissimi crimini nella vita civile. Nell inferno del Lager, dove le più elementari norme morali vengono ignorate e addirittura rovesciate, la naturale malvagità di costoro non trova freni e può manifestarsi in tutta la sua carica distruttiva. Figlio di un pastore evangelico socialista e pacifista, Giovanni Melodia (Messina, 1915 - Roma, 2003) venne arrestato nel 1939 per attività antifascista, e nel 1943 fu deportato a Dachau. Dopo la guerra, divenne Segretario nazionale dell'Associazione degli ex-deportati politici (ANED), che aveva contribuito a fondare. In questo compito di grande responsabilità provvide, oltre ai bisogni dei prigionieri politici sopravvissuti, anche al recupero della memoria storica della tragedia causata dalla dittatura fascista. Tra le sue numerose opere dedicate alla descrizione dei campi di concentramento, ricordiamo La quarantena, Milano, Mursia, 1971; Il segno e la svastica (1979), Di là da quel cancello (1988), Non dimenticare Dachau (1993). Da: Giovanni Melodia, Di là da quel cancello, Milano, Mursia, 1995. 125