A Alto, torvo, muscoloso, selvatico, il capo tedesco della Stube Vier1, triangolo nero, ergastolano, omicida per rapina, ricorda in maniera impressionante, nel fisico e nell espressione, il boia del Lager, Kapò del reparto docce. Ma non è, o non è soltanto, perché è assassino più volte, che Birkemayer fa paura; anche gli altri Kapò della baracca 25 hanno, in un modo o in un altro, qui o fuori di qui, provocato numerose morti. E neanche perché assomiglia al carnefice del Lager; di facce patibolari ce ne sono parecchie tra i Kapò e i loro aiutanti, a cominciare dai due affiancatori di Schnoch2, Teich e Walther. che Birkemayer non ha nulla di umano, di comprensibile. come se appartenesse a una specie diversa. Di Alphons noi diciamo che è un alcolizzato manesco ladro e fracassone, di Schnoch che è un nevrotico perverso ed esibizionista, di Martin Kochler che è un disgraziato reso folle dalle torture e dalla paura. E con queste definizioni, che possiamo arricchire di contorni e di particolari, ci sembra di non andare lontano dal vero. Di Birkemayer diciamo che è un omicida per vocazione, ma sentiamo che la definizione è lacunosa, che c è qualcosa, e dev essere il più, che ci sfugge, come se ci fosse un salto di natura fra noi e lui. Forse perché, salvo per qualche urlo improvviso e assolutamente disumano, la bocca la tiene sempre serrata. Gli altri quando picchiano gridano, bestemmiano, insultano. Se, dopo i primi colpi riesci a scansarti, se la prendono magari con un altro o entrano nel mucchio e turbinano nerbate a casaccio, come viene viene, sulle nostre teste rasate, sul viso, 1 Stube Vier: sezione quattro. 2 Schnoch: uno dei capi della baracca 25. 126