Giacomo Debenedetti Il treno sI mosse alle 14 Le sorti della comunità ebraica italiana subirono un duro colpo allorché, fra il 1938 e il 1939, il regime fascista emanò una serie di leggi razziali simili a quelle promulgate in Germania fin dal 1935. Tali leggi escludevano gli ebrei dagli impieghi pubblici, dalle libere professioni, dalla scuola, e di fatto li ponevano fuori dalla società civile. La discriminazione, per quanto umiliante, non si trasformò in persecuzione vera e propria finché Mussolini ebbe il controllo del Paese; le cose mutarono drammaticamente dopo l 8 settembre 1943, quando l Italia centro-settentrionale cadde di fatto sotto il controllo nazista. Ebbero allora inizio le retate e le deportazioni verso i Lager austriaci, tedeschi e polacchi, da cui ben pochi ritornarono. L episodio narrato in queste pagine descrive gli eventi svoltisi a Roma nella notte del 16 ottobre 1943. In quelle ore tremende il ghetto del Portico di Ottavia venne circondato da un centinaio di soldati tedeschi che, armi alla mano, costrinsero gli ebrei residenti a uscire dalle loro case e li rinchiusero nel Collegio Militare di Palazzo Salviati. I prigionieri 1022 persone, fra cui 200 bambini furono poi stipati in 18 carri bestiame e avviati verso Auschwitz. Da quell inferno ritornarono in quindici; fra loro nessun bambino. Lasciata la città natale per compiere i suoi studi a Torino, Giacomo Debenedetti (Biella, 1901 - Roma, 1967) mostrò fin dagli anni universitari una non comune inclinazione alla letteratura, sia come autore di racconti sia, soprattutto, in qualità di critico. Tra le sue opere principali ricordiamo libri di racconti e di memorie (Amedeo, 1926; Otto ebrei, 1944; 16 ottobre 1943, 1944) e saggi critici dedicati, fra gli altri, ad autori come Alfieri, Verga, Pascoli, Proust e più in generale al romanzo del Novecento. Da: G. Debenedetti, 16 ottobre 1943, Milano, Il Saggiatore, 1959. 15