Ma poi, tacitati i morsi della fame e soddisfatti gli istinti di vendetta, la ragione prevale e nel campo torna un minimo di organizzazione, il che rende possibile provvedere ai bisogni più immediati della popolazione superstite. In seguito saranno i liberatori e la Croce Rossa a occuparsi di loro, fino al momento del rimpatrio. La situazione che abbiamo descritto si riferisce ai prigionieri rimasti fino all ultimo nei campi. In altri Lager i deportati non sono lasciati nelle loro baracche, ma vengono costretti dalle SS, a mano a mano che le truppe naziste si ritirano, a intraprendere una durissima marcia verso il cuore della Germania. Gli episodi che accadono durante queste marce sono tremendi, perché i tedeschi, consapevoli di aver ormai perso la guerra, sfogano la loro rabbia e la loro paura sulle vittime, uccidendone migliaia. L andamento naturalmente caotico della ritirata favorisce però, in molti casi, la fuga di singoli prigionieri o di interi gruppi. Per costoro comincia allora una vera e propria odissea, una marcia priva di direzione, accompagnata dal rombo dei cannoni e dai lividi bagliori dei bengala, segnata dalla necessità di trovare comunque, in quella landa desolata dalla guerra, il cibo per sopravvivere. I più sfortunati incontrano la morte, altri riescono a salvarsi. Talora, in quella fuga disordinata gli ex prigionieri incontrano compagni di viaggio con i quali stabiliscono un rapporto di reciproca solidarietà, ritrovando sentimenti e sensazioni dimenticati, quali l amicizia, la riconoscenza, il piacere di stare insieme. Il lungo, avventuroso cammino si conclude finalmente con il ritorno a casa. Per molti si tratta di un ritorno triste perché le persone care sono state inghiottite anch esse nell inferno dei Lager o sono rimaste vittime della guerra; per altri, più fortunati, il calore dei parenti e degli amici costituisce un compenso, seppur minimo, alle sofferenze patite. Ma parlare di quelle sofferenze è difficile perché ai racconti degli ex deportati è difficile credere, e la gente, reduce dall orrore di una guerra, non vuole essere afflitta da altri e ben più spaventosi orrori. Dunque, ai sopravvissuti non resta che tacere, e attendere momenti più sereni per far conoscere a tutti una storia che essi continueranno a rivedere come un incubo, istante dopo istante, per tutta la vita. 173