Vincenzo Pappalettera Finalmente liberi L assalto ha fatto numerose vittime. I magazzini, nel sotterraneo, sono ingombri di morti e di feriti soffocati e schiacciati contro le pareti, sui mucchi di rape e di patate, dalla valanga umana che premeva giù dalle scale. Bisogna trasportarli fuori. I cuochi riprendono i loro posti; altri volenterosi rintracciano e riportano gli attrezzi da cucina che qualcuno aveva asportato, talvolta soltanto per non andarsene a mani vuote. Occorre cucinare una quantità enorme di provviste, per sfamare la popolazione del campo. I magazzini contengono abbondanti scorte di patate, legumi secchi e rape. L inventario indica invece scarse le esistenze di carne e margarina. Questi cibi non sono certo sufficienti, né per quantità né per qualità, a ridare forza e salute a uomini denutriti, malati, morenti. Non resta che requisire con le buone o le cattive il bestiame che si troverà nelle cascine circostanti. Il compito viene affidato ad una squadra di spagnoli. Dopo ore convulse piene di ordini gridati in tedesco, russo e spagnolo, il miracolo è compiuto. La prima zuppa è «organizzata quando la luce del nuovo giorno illumina il Lager. Sono disfatto, mi reggo in piedi appoggiandomi al fucile. Per la prima volta da quando sono a Mauthausen ho speso le mie energie volontariamente. Per vivere. Fino a pochi giorni or sono il lavoro forzato era un mezzo per uccidere. 181