Pier Giorgio Viberti

I contenuti. I Lager non furono un elemento marginale o una conseguenza casuale della politica nazista, ma costituirono uno strumento di fondamentale importanza nella realizzazione dell’ideologia professata dal Führer e dai suoi seguaci. In uno Stato fondato sulla celebrazione del superiore destino del popolo tedesco e sulla fanatica esaltazione del suo capo, non poteva esservi spazio né per la libertà di opinione né per quei cittadini che fossero ritenuti, per una ragione o per l’altra, non integrabili nella società che il nazismo aveva pianificato.
 I campi di concentramento prima, quelli sterminio poi divennero pertanto il luogo dove si attuò la distruzione fisica e morale degli indesiderati, dagli avversari politici ai cosiddetti “asociali”, dai prigionieri di guerra ai membri di “razze inferiori”.
 Il libro, suddiviso in 5 diversi percorsi, illustra, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, i gironi dell’inferno in cui persero la vita milioni di persone. In particolare vi sono descritti alcuni momenti fondamentali di quella tragedia, come la cattura, l’internamento, la vita nei campi e la liberazione; chiude l’opera una sezione contenente le riflessioni dei reduci sugli eventi di cui furono involontari protagonisti.
 Integrazioni e approfondimenti. Il libro è corredato da un ulteriore percorso non fatto di testi scritti ma di significative e toccanti fotografie che vanno a integrare in maniera decisiva quanto è contenuto nei diversi testi antologizzati.
 Una serie di schede di approfondimento (Storia e geografia dei Lager, La Shoah, Le camere a gas, Il processo di Norimberga, Revisionismo e negazionismo) offrono le coordinate storiche e completano quanto viene detto, in maniera chiara ed esaustiva, nella introduzione.
 La scheda del recente film Il bambino con il pigiama a righe del regista Mark Herman è un ulteriore stimolo all’approfondimento e una sorta di ideale conclusione di un percorso didattico che non deve mancare in un piano di lavoro scolastico.
 
 Spunti per la didattica. Il volume presenta il dramma dello sterminio degli Ebrei, operato durante la seconda guerra mondiale in Europa, con un approccio non unicamente storico ma anche letterario e, in tal modo, aggiunge elementi di ulteriore riflessione e diventa un’occasione per non dimenticare e per restare fedeli al “dovere della memoria”.

Presentazione

Indice

Introduzione

1. Origine e funzione dei campi di concentramento

2. Come erano fatti

3. La sorveglianza

4. Campi di lavoro e campi di sterminio

I. DALLA LIBERTÀ ALL'INFERNO

Giacomo Debenedetti – il treno si mosse alle 14

Shlomo Venezia – L’arrivo ad Auschwitz-Birkenau

In viaggio verso il lager – (a cura di Carlo Saletti)

II. VIVERE NEL LAGER

Primo Levi - Un mondo alla rovescia

Jean Améry – Intellettuale ad auschwitz

Giuliana Tedeschi – Il figlio ritrovato

Marco Coslovich – La fame, il peggior nemico

Ruth Klüger – Un miracolo ad Auschwitz

III. I CARNEFICI

Liana Millu – Lily Marlene

Maria Massariello Arata – Il ponte dei corvi

Giovanni Melodia – il terribile Birkemayer

Elie Wiesel – La morte del padre

Maria Àngels Anglada – Il violino di Auschwitz

John Boyne – Il bambino con il pigiama a righe

IV. FUORI DALL’INFERNO

Vincenzo Pappalettera – Finalmente liberi

Lidia Beccaria Rolfi – Il difficile ritorno

V. MEMORIA E RIFLESSIONE

Primo Levi – Vanadio

Boris Pahor – Un atto di umanità

Peter Weiss – Canto della possibilità di sopravvivere

Peter Schneider – Disonora il padre

APPROFONDIMENTI

Storia e geografia dei lager

La shoah

Le camere a gas

Il processo di Norimberga

Revisionismo e negazionismo

Scheda film: «Il bambino con il pigiama a righe»

Glossario

FUORI DALL INFERNO I tre lunghi mesi trascorsi al Blm sul canale di Lubecca, anche se mi sono pesati perché avevo voglia di tornare a casa, di rientrare in Italia, tuttavia sono stati una convalescenza salutare. Il passaggio netto dal campo a casa sarebbe stato certamente troppo traumatizzante, troppo violento. Il periodo di permanenza forzata in libertà totale, e contemporaneamente di mancanza di libertà perché mi sentivo in soggiorno coatto15, mi ha permesso di riprendermi a gradi e da sola, senza essere schiacciata dagli affetti, dalle abitudini, dai condizionamenti della vita civile. Ogni giorno che passa le paure si attenuano, gli incubi della notte diminuiscono, le condizioni fisiche migliorano, le piaghe da avitaminosi si chiudono, il viso ridiventa umano. Non sono più gialla, ho la pelle abbronzata, mi lavo i capelli e mi pettino, curo l abbigliamento, mi tengo pulita. La vita comunitaria che si svolge in campo è all insegna della solidarietà, dell appoggio reciproco. I nostri compagni ci assistono, rinunciano per noi al latte, al cibo migliore, vanno a rubare per noi nei campi vicini verdure fresche che sono l unica cura contro l avitaminosi, ci organizzano vestiti e scarpe, cercano di soddisfare qualsiasi nostro desiderio. [ ] La certezza di tornare alla normalità, di rientrare definitivamente nel mondo dell umano l ho avuta però quando ho incominciato a sentire la mancanza dei libri. A mano a mano le passeggiate non mi bastano più, non mi bastano più le partite a carte, le lunghe ore nel bosco, i vagabondaggi lungo l argine del canale, le serate con i compagni a cantare canzoni o ad ascoltare Alfredo, un violinista di Torino molto bravo che suona per noi senza stancarsi. Il tempo libero è tanto ed è difficile occuparlo; viene voglia di leggere, ho voglia di leggere un libro, un libro qualsiasi. Invece mi è passata la voglia di scrivere. Scrivere vuol dire ricordare e io non voglio ricordare. Mi pesa ora la mancanza di notizie da casa. Qui riceviamo notizie, anche se scarse, non sempre esatte, qualche volta in ritardo, di quello che sta avvenendo nel mondo, 15 coatto: obbligato. 192 

Lidia Beccaria Rolfi   Il difficile ritorno della bomba atomica16, della fine della guerra, di quello che viene trasmesso per radio sulla situazione internazionale. Solo le notizie da casa mancano. Non ho avuto notizie di casa mia fino a quando sono tornata. Nessuno ha avuto notizie da casa. Siamo rimasti tre mesi, quando già la guerra è finita da un pezzo, tagliati fuori dal nostro mondo di prima. Per un certo periodo non riesco più a capire se desidero o no tornare: ho paura di dover affrontare una realtà diversa da quella che avevo lasciato. Solo il 14 agosto giunge l ordine di rientrare. Raggiungiamo Amburgo17 su camion scoperti, e vedo un autostrada per la prima volta. Amburgo mi sconvolge. Dovrei dire: la ex Amburgo, perché la città non esiste più: è un unico cumulo di macerie con alcune canne fumarie ancora in piedi, ritte come tante croci.   la prima grande città che vedo distrutta. Lubecca, essendo sede della Croce rossa internazionale, non era stata bombardata.   agghiacciante percorrere le strade di una città, per chilometri e chilometri, senza vedere una casa in piedi. Ogni tanto, dalle macerie spunta un uomo, spunta un bambino. Sembrano uscire dal profondo della terra. Ci portano ancora in un campo circondato da filo spinato e ci alloggiano ancora in baracche, uguali a quelle del Blm, uguali a quelle di Ravensbr ck. [ ] Partiamo due giorni dopo su una tradotta18 militare del tipo di quelle «cavalli otto, uomini quaranta . [ ] Impiego quattordici giorni per tornare a casa, dieci giorni filati di tradotta, due di attesa a Mittenwald19, un ennesimo campo di raccolta e di disinfestazione vicino a Innsbruck20, un 16 bomba atomica: le prime bombe atomiche della storia caddero sulle città giapponesi di Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945), ponendo, di fatto, fine alla seconda guerra mondiale. 17 Amburgo: la seconda città tedesca per numero di abitanti. 18 tradotta: convoglio ferroviario adibito al trasporto di truppe. 19 Mittenwald: città della Germania meridionale. 20 Innsbruck: città austriaca. 193 

Lager nazisti: testimonianze dei sopravvissuti, foto e schede storiche. Un libro per non dimenticare l'orrore della Shoah.

Il dovere della memoria - Collana I LIOCORNI

Collana I LIOCORNI

Il dovere della memoria - Viaggio nell'inferno dei lager

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