(a cura di Carlo Saletti) © In viaggio verso il Lager Forse avrebbe potuto dirci la verità sulla meta del nostro viaggio. Purtroppo, non era rimasta traccia di ebrei nella stazione di Varsavia14, che pure prima sempre frequentavano. Si vedeva soltanto qualcuno che girava qua e là, in attesa del proprio treno, e che lanciava occhiate truci verso di noi. Ci erano estranei. Queste presenze alla stazione suscitarono in noi una collera terribile, ma anche la nostra invidia. Erano uomini liberi. Perché avevano il diritto di comprarsi un biglietto del treno, che li avrebbe riportati nelle loro case, calde e sicure? Perché potevano recarsi dove erano attesi, a braccia aperte, dalla moglie e dai figli adorati? Mentre noi, ci trasportavano contro la nostra volontà, non a casa ma in un deserto, dove non ci avrebbe accolto né il sorriso delle nostre donne, né l abbraccio caloroso delle madri e le scanzonate risate dei figli, ma gli sguardi terrificanti e malvagi dei nostri più atroci nemici, che tengono in mano come ormai è risaputo la frusta o il fucile, che usano a seconda delle esigenze. Questi erano i pensieri angosciosi che avevano assalito, ancora una volta, chi faceva il nostro viaggio. Il silenzio si interruppe. Arrivò qualcuno nel nostro scompartimento, per comunicarci pieno di brio: «Ebrei, ho da portarvi i saluti delle persone dei trasporti precedenti, partiti dal nostro campo . Aveva trovato sulla parete dello scompartimento una scritta con i saluti e anche l intero piano del viaggio, dalla partenza del trasporto fino al luogo di destinazione. Tutti si rallegrarono per questo vivido segno, lasciato da qualcuno che era stato come inghiottito dall abisso. Leggendo le parole si aveva l impressione di parlare con loro, di sentirne i racconti. Era come se questi ebrei, che erano scomparsi senza lasciare traccia e di cui tanto ci eravamo preoccupati, quelli stessi il cui destino ci era sembrato il più triste, fossero vivi e al nostro cospetto da non crederci! Ah, quanto erano stati previdenti, sapendo che saremmo stati in pensiero per loro e inquieti per la loro sorte. 14 non era rimasta Varsavia: in realtà i 450 000 ebrei che abitavano a Varsavia erano stati sterminati l anno precedente dalle truppe tedesche. 43