Marco Coslovich ' La fame, il peggior nemico uomo che ho dovuto legarmi altrimenti non mi stavano su. Ci hanno tatuato il numero sul braccio; ci pungevano con una punta inchiostrata. Tra le ebree le giovani erano rimaste con noi. C era una ragazza che era mezza ebrea e noi le dicevamo di farsi coraggio e di non abbattersi e lei diceva: «Sì, sì , diceva. Dopo due mesi era diventata pazza e l hanno uccisa. Abbiamo visto che ha cominciato a perdere la memoria e dopo un paio di giorni l hanno bruciata, l hanno portata nel crematorio. Noi avevamo la baracca a venti metri dal crematorio. Noi vedevamo che entravano in fila. Si sentiva la puzza delle ossa, che bruciavano giorno e notte. Ogni giorno arrivavano treni e loro bruciavano la gente, solo i giovani si salvavano. Alla sera poi venivano nelle baracche e segnavano i numeri di quelle da eliminare. Ci svegliavano alle tre del mattino. Andavamo a lavarci il viso senza asciugamano o altro, poi andavamo a prendere una specie di tè fatto con delle foglie grandi, senza zucchero né niente, e solo con quel poco bisognava affrontare la giornata. Poi l appello, là sull attenti finché veniva il giorno. Allora arrivavano i capiblocco a contarci, poi veniva il tedesco con il cane: contava anche lui. Dopo venivano altri tedeschi con i cani, donne e uomini, e scortavano 20 o 30 di noi per andare a lavorare. Così si andava a lavorare. Ho lavorato allo Scheisskommando2, un commando terribile, che assegnavano alle donne più forti, quelle appena arrivate. Bisognava riempire i bidoni dei liquami e portarli nel prato. Là c era la palude, le ruote affondavano nel fango, e non si riusciva a tirarle fuori. A suon di colpi ci facevano tirare fuori le ruote dal fango, e poi tirare avanti il carro. Dopo quindici giorni mi hanno cambiato di lavoro. Io ero già magra prima e ad un certo punto hanno pensato di cambiarmi. Una mia amica, che era robusta nell aspetto e che lavo2 Scheisskommando: squadra incaricata dello svuotamento delle latrine. 81