INTRODUZIONE 1. Origine e funzione dei campi di concentramento n Il 30 gennaio 1933 Hitler divenne Cancelliere del Reich; il 22 marzo dello stesso anno sorse a Dachau, per sua volontà, il primo campo di concentramento, seguito a brevissima distanza da quello di Oranienburg. L esigua distanza temporale fra tali eventi è tutt altro che casuale e anzi fa comprendere chiaramente quale importanza il dittatore tedesco attribuisse a questo tipo di istituzione. Le sue parole, a tale proposito, sono di un evidenza agghiacciante. «La brutalità , egli disse, «incute rispetto. Le masse hanno bisogno di qualcuno che ispiri loro paura e le renda tremanti e sottomesse. Non voglio che i campi di concentramento si trasformino in pensioni di famiglia. Il terrore è il più efficace fra tutti gli strumenti politici I malcontenti e i disobbedienti ci penseranno due volte prima di mettersi contro di noi, quando sapranno che cosa li aspetta laggiù. Aggrediremo i nostri avversari con brutale efficacia e non esiteremo a piegarli agli interessi della nazione mediante i campi di concentramento . Dunque questi terribili luoghi di prigionia vennero creati per piegare gli avversari politici comunisti e socialisti, in primo luogo e per consolidare il potere personale del F hrer e del neonato regime nazista. Ben presto, però, furono chiamati a svolgere una funzione assai più ampia, ossia a ingoiare e annientare tutti quegli individui che per ragioni di vario ordine fossero considerati inutili o dannosi alla società tedesca. Le categorie che ebbero la triste sorte di essere giudicate tali furono numerose: membri di razze inferiori (ebrei e zingari), seguaci di religioni non autorizzate (Testimoni di Geova e, più tardi, anche preti cattolici e qualche pastore protestante), criminali comuni, omosessuali, asociali (prostitute, vagabondi e persone refrattarie al lavoro), disabili. Insomma, il campo di concentramento, o Lager, apparve a Hitler e ai suoi collaboratori come lo strumento più idoneo per fare della Germania una nazione politicamente compatta, socialmente omogenea, biologicamente perfetta. 9