Quando Kublai decide di andare a caccia, convoca Naian e Mingan con i loro uomini e ognuna delle due squadre può contare su cinquemila cani. Si dispongono a ventaglio, uno a fianco dell’altro e coprono una distanza immensa: circa una giornata di cammino. Poco per volta, si stringono a cerchio, in modo che tutta la selvaggina che rimane compresa in quel territorio non abbia più via di scampo».
«Diecimila cani e ventimila uomini! Sembra più una battaglia che una caccia!», ride Rustichello che certo ripensa alle battute di quattro, cinque cacciatori nelle campagne di Pisa.
Marco è imperturbabile quando si tratta di sopportare l’umorismo toscano:
«Considera che tutto è in proporzione alla magnificenza del Gran Khan.
Mentre Kublai cavalca, portando un falco sul braccio2, da ogni parte spuntano orsi, cervi, cinghiali braccati dai mastini.

2 falco sul braccio: i falchi addestrati per la caccia stanno appunto appoggiati sul braccio del loro padrone e hanno il capo coperto con un cappuccio; quando si leva loro tale impedimento alla vista, li si lancia in aria: quelli si alzano prima in cielo e poi si precipitano sulla preda che la loro vista acutissima individua quasi subito.

Gran Khan Kubch
Gran Khan Kubch