Marco ride:
«Eh, direi proprio che non conviene irritare Kublai! Che però, se nulla lo contraria, è davvero il migliore degli uomini. Comunque, il fatto che i Tartari fossero un tempo soprattutto dei guerrieri si capisce ancora dal fatto che, benché tanto la Thai che la Scieng godano di grande prestigio, essendo le magistrature più importanti dell’impero, tuttavia i militari della Thai sono considerati e rispettati di più…»
«Ne uccide più la penna che la spada», brontola Rustichello che difende la sua categoria.
Marco si diverte:
«Forse non hai mai visto un cavaliere tartaro in assetto di guerra…»
«Terribile, eh?»
«Terribile è dir poco. Comunque, ora che le conquiste possibili sono quasi terminate, i militari (almeno, quelli che ho conosciuto io) sono degli autentici gentiluomini che non sfigurerebbero alle più raffinate corti d’Europa».
«Sarà…», borbotta l’altro, dubbioso.
«Di nuovo con questa storia dei barbari!»,s’irrita un poco Marco Polo. «Che cos’è un preconcetto? È un concetto che si è formato prima di avere degli elementi di giudizio. Tu eri convinto che i tartari fossero dei barbari prima di conoscermi: questo era un preconcetto. Ma adesso, dopo tutto quello che hai sentito su di loro, dovresti incominciare a ricrederti!»
Il toscano non dice niente: troppo intelligente per non vedere la logica che c’è nelle parole di Marco, gli dovrebbe in realtà dare ragione, ma è anche un po’ testardo…
Così Marco ricomincia a narrare:
«Forse questo ti convincerà del tutto. Dunque, Cambaluc, come ho detto, è per lunghi mesi la capitale dell’impero. Non fa quindi stupire se da lì partono molte strade che vanno in tutte le direzioni e che hanno ciascuna un nome: quello della località che raggiungono. Quando il Gran Khan manda un messaggero diretto a una terra lontana, costui non deve contare soltanto sulle sue risorse e sul suo cavallo: qualunque sia la strada che percorre, trova ogni venticinque miglia12 quello che loro chiamano uno janb, cioè un posto di rifornimento per i cavalli».
12 venticinque miglia: 35 km circa