«Ti voglio raccontare ancora un dettaglio per mostrarti fino in fondo quanto sia civile quel Paese. Devi sapere dunque che il Gran Khan ha dato ordine di piantare alberi lungo le strade percorse da questi messaggeri: una pianta ogni due passi e su entrambi i lati. Questo serve a identificare le strade anche da lontano e, specie nelle regioni desertiche, puoi immaginare quale riparo dal sole costituiscano per i viaggiatori. Ha fatto piantare migliaia e migliaia di alberi, anche perché gli astrologi gli hanno assicurato che chi fa crescere una pianta vive più a lungo…»
«A proposito di vivere a lungo»,domanda Rustichello che,come tutti gli scrittori, ha una vera e propria passione per i dettagli.
«Qui, da noi, si assicura che un bicchiere di vino a pasto allunga la vita, no? Come fanno quelle popolazioni che, immagino, non conoscono la vite? Anche se, poi, tu hai parlato di vino, prima, a proposito dei banchetti del Gran Khan».
Marco annuisce:
«È vero: in tanta abbondanza di ogni cosa, la vite è sconosciuta. Quando ho parlato di vino, prima, mi riferivo a quello che si trova da quelle parti e che viene ricavato dal riso: lo si lavora mescolandolo a delle spezie profumate e la bevanda che ne risulta è buona, limpida e… traditrice, perché ubriaca con molta facilità!»
«Vino dal riso! Un’altra stranezza!», brontola il toscano, continuando comunque a scrivere tutto ciò che Marco racconta.
«Una stranezza? Non è niente rispetto a quest’altra: hai mai sentito parlare delle pietre che bruciano?»
Rustichello lo guarda per capire se stia scherzando o meno:
«Come sarebbe a dire?»
«Sarebbe a dire che in tutto il Catai vive tanta di quella gente e ognuno cucina, si scalda, si lava: legna, ce n’è, certo, ma quanta ne servirebbe per soddisfare le esigenze di una popolazione così numerosa? Così, tutti quanti preferiscono usare le pietre che bruciano…»
«E dagli! Che cosa mi stai raccontando?».