«Neanch’io ci credevo finché non l’ho visto con i miei occhi: sono pietre nere che si estraggono dalle montagne e che, ad accostargli una fiamma, prendono fuoco, diventano rosse e si consumano, mandando un grande calore15. È molto comodo perché le si può accendere di sera e al mattino sono ancora calde, tanto che basta aggiungerne altre nella stufa per riportarle alla temperatura che si desidera».
«È davvero una terra benedetta, quella!»
«Ma che cosa sarebbe di tanta ricchezza se il Gran Khan non ne fosse un saggio amministratore? Guarda, ad esempio, ciò che fa per prevenire le carestie: quando i raccolti sono abbondanti, fa acquistare enormi quantità di riso, orzo, miglio, frumento e così via.
Tutto questo viene accumulato in enormi magazzini, dove si conserva molto bene anche per tre o quattro anni. Così, se capita una carestia, ecco che Kublai interviene immediatamente: da quei magazzini il cibo arriva a chi ne ha bisogno e in questo modo nessuno è costretto a morire di fame. Del resto la sua reggia è sempre aperta per i poveri: ogni giorno vengono distribuite almeno trentamila scodelle di riso a chi non ha nulla. Il bello è che, un tempo, i Tartari non conoscevano nemmeno l’idea dell’elemosina e scacciavano malamente chi tendeva loro la mano; ma, da quando hanno conquistato il Catai, i bacsi16, cioè i sapienti che sono a capo della religione dei cinesi, li hanno convinti che offrire qualcosa a chi ha bisogno non è soltanto un’opera buona e giusta, ma che è tenuta in gran conto dagli dèi. Da quel giorno è nata la tradizione di offrire del cibo a chi chiede aiuto al Gran Khan».
«Mi sembra che sia un obbligo piuttosto per un cristiano, che per un idolatra!»
15 pietre nere… grande calore: Marco sta parlando del carbone, che in Europa era ancora sconosciuto, mentre si utilizzava soltanto il carbone di legna, ottenuto dalla lenta combustione di alberi sotterrati in apposite fosse.
16 bacsi: si tratta dei “lama”, i sacerdoti buddisti.