E le merci sono in proporzione: una varietà e una quantità come se ne vedono soltanto nei porti di mare, e invece siamo in una pianura circondata da montagne altissime12. In città il fiume è più stretto perché soltanto un suo braccio l’attraversa, mentre altri le girano intorno. Ma per attraversarlo si è dovuto pur sempre costruire un ponte lungo duemila passi13, il che è un’autentica meraviglia dell’architettura perché è tutto in pietra ed è sormontato da un tetto in legno lavorato sorretto da colonne di marmo. Dei mercanti montano ogni mattina, alle sue due estremità, delle piccole capanne di legno, dove vendono ogni sorta di oggetti o di cibi. La sera, poi, le smontano e le portano via».
«Provo a immaginarmi il fermento di tutta questa gente all’opera, ognuno con la propria attività, ognuno impegnato a guadagnare il proprio pasto e quello della propria famiglia…»
Marco annuisce:
«Proprio come da noi, non è vero?»
«Già, proprio come da noi… Gli uomini hanno le stesse preoccupazioni e le stesse gioie in ogni parte del mondo. A parte noi, si capisce, che siamo qui come topi in trappola».
I due si guardano, poi scuotono la testa: no, non devono farsi prendere dallo sconforto. La prigionia finirà.
Marco ricomincia a raccontare:
«Partendo da Sindufu e andando verso Ovest per cinque giorni di cammino, si attraversano prima borghi prosperi, dove molti artigiani fabbricano stoffe pregiate, poi si penetra in fitte foreste e alla fine si arriva in una provincia devastata: il Tebet14».
«Come sarebbe a dire: devastata? Fino ad ora hai parlato di province floride e ricche!»
12 montagne altissime: questa volta Marco non esagera: il Sichuan è separato dalle grandi pianure costiere dalle catene montuose di Daba Shan e di Wuling Shan che culminano, rispettivamente, in cime di 3063 m e 2494 m. Tra le due si insinua il fiume che consente di superarle quindi senza fatica.
13 duemila passi: circa 1200 m.
14 Tebet: l’attuale Tibet.