«Beh, parliamo d’altro? Vuoi?»
Marco ride:
«Parliamo del fatto che da Ciugiu si arriva in dodici giorni di cammino a Sindufu di cui abbiamo già parlato8. Da qui sono necessari ben settanta giornate di marcia per arrivare a Giongiu e anche questa l’abbiamo già descritta9. Proseguendo per altri quattro giorni, si raggiunge Cacianfu10 e, dopo altri tre, ecco Cianglu11.
Qui la maggior fonte di lavoro e di guadagno è il sale, anche se si è lontani dal mare! Hanno una strana terra salmastra con cui fanno dei grandi cumuli; poi la inzuppano il più possibile d’acqua e, per mezzo di appositi canali, fanno colare questo liquido in grandi caldaie di ferro; non resta che farla bollire e far quindi evaporare tutta l’acqua: ciò che resta sul fondo è sale bianchissimo e molto fine che si vende in tutto l’interno del Catai e sul quale il Gran Khan ha stabilito un’imposta che gli rende moltissimo denaro».
«Quello è più ricco del re di Francia!», borbotta Rustichello mentre ancora sta scrivendo.
«Puoi dirlo forte!», ride Marco. «Non c’è neppure da fare il confronto! Ma le maggiori ricchezze gli vengono dalle tasse sul commercio della seta e, per questo, bisogna andare più a Sud, a Tandinfu12. Qui vivono mercanti che trattano quantità incredibili di quel tessuto e fanno guadagni quasi senza limiti. Nel 1272 il Gran Khan aveva inviato un nobile di sua fiducia, un certo Litan Sangon, perché garantisse la sicurezza di tutta la regione. Gli aveva assegnato anche ottantamila cavalieri perché la superficie da controllare era molto vasta. Costui, dopo qualche tempo, divenne così superbo da meditare di ribellarsi al suo imperatore e di fondare un dominio personale.

8 Sindufu: oggi Chengdu.
9 Giongiu: l’odierna Cho-chow.
10 Cacianfu: identificazione incerta.
11 Cianglu: nel Nord del Catai, circa 400 km a Sud di Pechino.
12 Tandinfu: città di difficile indivuazione ma quasi certamente nella regione dello Shandong, nella Cina orientale.