«Possiamo parlare di Fugiu1 che è una grande città molto a Sud di Chinsai e si affaccia su un grande fiume2 su cui è stato gettato un ponte fatto di grosse barche solidamente ancorate al fondo e che sostengono delle assi inchiodate, capaci di sopportare il passaggio dei carri. Qui arrivano grandi navi dall’India, cariche di perle e di pietre preziose e quindi c’è un commercio ricco e che interessa tutto il territorio intorno. Ma la cosa più sorprendente è un’altra: quando io, mio padre e mio zio arrivammo in questa città, eravamo in compagnia di un musulmano molto sapiente che ci disse: “È curioso, ma tra gli abitanti c’è gente di cui non si capisce la religione: non sono idolatri, ma neppure seguaci di Allah e nemmeno cristiani. Vi interessa incontrarli?” Noi rispondemmo subito di sì e lui ci condusse da loro, ma questi non si fidavano a parlare della loro religione: è probabile che temessero una trappola per farli scoprire e magari condannare. Mio padre e mio zio, però, non si persero d’animo: tornavano ogni giorno nel quartiere e parlavano con quella gente senza porre troppe domande ma mostrando di essere persone serie e affidabili. Con pazienza e tatto ottennero la loro confidenza e poterono vedere il libro che essi consideravano sacro: era il Salterio3. Quella gente, dunque, era cristiana! Domandammo loro da chi avevano appreso la parola di Cristo ed essi risposero: “Dai nostri antenati”.
A una domanda più precisa, chiarirono che erano cristiani da settecento anni…»
«Settecento? Addirittura?»
«Proprio così. Mio padre li invitò allora a mandare un’ambasceria al Gran Khan chiedendo il permesso di esercitare liberamente la loro religione. Erano un po’ timorosi ma alla fine si convinsero e io consigliai i due messaggeri di cercare, presso Kublai, il capo dei cristiani alla sua corte perché la cosa venisse spiegata con chiarezza al Gran Khan».
1 Fugiu: l’attuale Foochow, quasi di fronte all’isola di Taiwan.
2 grande fiume: il Min.
3 Salterio: la parte dei libri della Bibbia chiamata Salmi.