«Mille donne!», lo interrompe Rustichello, di nuovo con la penna in aria.
«Sì,non sa resistere alla bellezza: appena vede una ragazza particolarmente ben fatta, ecco che la vuole subito sposare».
«Bah, se lo può permettere…», riflette il toscano, un po’ malinconico.
«Sì, direi di sì. Ma la vera stranezza sta nel fatto che questi re, quando il padre muore ed essi ereditano da lui sia il trono che le sue ricchezze, si guardano bene dal toccare tutti quei beni: li mettono da parte e dicono: “Se lui ha ammassato tanto oro, perle e pietre preziose, posso farlo anch’io”. Così, il tesoro reale si accresce continuamente perché, alla morte di questo, il suo successore erediterà i suoi beni e quelli del nonno che sono rimasti intatti, e così via».
«Sì, direi che è uno strano modo di procedere, anche se ha i suoi vantaggi…, soprattutto per gli eredi!»
«A proposito di morti, ogni re ha un seguito di fedelissimi che non lo lasciano mai e, quando muore e il suo corpo viene bruciato, questi, di loro spontanea volontà, si gettano sulle fiamme per morire con lui e non lasciarlo solo nell’altro mondo».