Essi mi spiegarono che noi tutti siamo fatti di terra e destinati a tornare nella terra, per cui non la si onora mai abbastanza: sedersi su di lei è il modo per riconoscere che ci è di sostegno per tutta la vita».
«Beh, non hanno torto. Sarebbero contenti di noi che, qui, in questa cella, non facciamo altro che stare seduti in terra…»
Marco ride. I toscani sanno trarre da qualsiasi cosa l’oggetto di una battuta.
«Un’ultima cosa: quando un figlio maschio arriva all’età di tredici anni, suo padre gli dà una manciata di monete e lo mette fuori di casa. Gli dice: ”Io, mio padre e mio nonno abbiamo incominciato a guadagnarci la vita alla tua età, senza più pesare sulla famiglia. Adesso è il tuo turno”. E infatti si vedono per tutta l’India questi ragazzi che si danno un gran da fare, cercando di guadagnare qualcosa con piccoli commerci. E diventano davvero abili mercanti perché per anni devono tenere lontana la fame con la loro intraprendenza e così imparano un po’ per volta tutti i trucchi del mestiere».
«È un modo un po’ duro di educare i figli, ma, piuttosto, perché hai detto che questa è l’ultima cosa?»
«Perché a questo punto del mio viaggio, presi la strada del ritorno. Volevo tornare dal Gran Khan e anche da mio padre. Non immaginavo certo che, al mio arrivo a corte, avrei trovato una grossa sorpresa…»