Era del resto figlio unico e il re quasi morì di dolore all’idea che il trono sarebbe finito a chi sa chi. Fece un ultimo tentativo: preparò per suo figlio un palazzo da favola, dove ben trentamila fanciulle bellissime si sarebbero dedicate soltanto a lui. Docilmente, il giovane vi andò ad abitare e nessuno, oltre alle ragazze, poteva entrare. Esse facevano tutto: gli preparavano i pasti, gli tenevano compagnia cantando e ballando, gli preparavano il letto e si offrivano di dormire con lui. Invano. Sagamoni Borcan trattava tutti gentilmente ma conduceva una vita austera, mangiando pochissimo e chiudendo gli occhi senza occuparsi delle fanciulle».
«Non è mica normale…», sussurra Rustichello mentre scrive.
«Sì, immagino quello che stai pensando», e Marco scrolla il capo, contrariato. «Non è come pensi. La cosa è molto più seria.
Devi sapere che, fino a quel momento, il re aveva tenuto suo figlio al riparo dalle brutture della vita: aveva evitato che vedesse dei morti e, addirittura, faceva in modo che nessun vecchio gli capitasse alla vista. Era però successo che, una volta, cavalcando per strada, Sagamoni Borcan si fosse imbattuto in un uomo che giaceva cadavere nella via. Si era fermato, era sceso da cavallo e si era avvicinato a osservarlo. Quelli del suo seguito si erano subito precipitati al suo fianco ed egli aveva domandato loro: “Perché non si muove?” “Perché è morto, Altezza”. “Morto? Tutti gli uomini muoiono?” “Proprio così, Altezza: tutti”. Il giovane non disse più nulla e riprese a cavalcare tutto immerso nelle sue riflessioni. Poco dopo incontrò un vecchio che non riusciva a camminare ed era senza denti. Informatosi, venne a sapere che ciò capitava proprio a causa della vecchiaia. Ritornato al suo palazzo, annunciò che non gli interessava vivere a quel modo ma che sarebbe partito per cercare chi lo aveva creato e che non è destinato a morire».
«Un giovanotto deciso!»
«Deciso e coerente: partì subito e andò a vivere su certe montagne altissime, cibandosi di quasi nulla e restando nella più totale solitudine».
«Se fosse stato un cristiano, lo avrei visto bene insieme a Gesù!»
«Sì, dici una cosa giusta. Era fatto per diventare un santo. La sua vita fu così severa che a un certo punto morì.