La porta peserà almeno un quintale: è tutta di legno di castagno massiccio ma soprattutto è letteralmente ricoperta di piastre metalliche spesse due dita. I cardini1 sono tre e ognuno lungo una spanna, sempre di ferro pieno. E poi c’è la serratura enorme, anch’essa di ferro, che sporge dal legno come una scatola ed è stata avvitata dall’esterno, per cui chi è dentro non ha la minima speranza di strapparla dalla porta.
Insomma, è un ostacolo insuperabile, che si apre oltre a tutto verso l’interno e su tre lati appoggia contro le pareti di pietra spessa un braccio. Del resto, dall’altra parte della porta, nel corridoio, ci devono senz’altro essere delle guardie armate…
Di tanto in tanto, si sente uno spaventoso sferragliare di chiave.
L’uscio si spalanca di quel poco che è sufficiente a permettere di scaraventare dentro un poveraccio che quasi sempre finisce per terra, tanto è forte la spinta di chi ce lo butta senza il minimo riguardo. Poi la porta ferrata torna a sbattere, la chiave gira fragorosamente in senso inverso e torna il silenzio. Un silenzio di tomba.
Il poveraccio si rialza, si guarda intorno, intontito, e capisce che, da lì, uscirà magari soltanto quando…, beh, chissà?
1 cardini: cerniere che consentono di collegare le porte e le finestre ai muri, pur permettendo loro di aprirsi e chiudersi.