Marco annuisce e anch’egli sembra turbato:
«Già… Siamo partiti dalla corte di Chiacatu e abbiamo preso la strada che portava a Trebisonda2. Lì, di nuovo tra “latini”, come avrebbe detto il Gran Khan, abbiamo riassaporato, dopo tanti anni, cibi e bevande a cui non eravamo più abituati, e abbiamo potuto parlare in lingue che non usavamo più da un pezzo».
«Incominciava già la nostalgia dell’Oriente?»
Marco sorride:
«Non ci crederai, ma la nostalgia della corte di Kublai era iniziata dopo il secondo o il terzo giorno di navigazione dal Mangi.
È difficile spiegarlo, ma è un mondo talmente affascinante!»
«Però, tornare a casa!»
«Sì, Venezia era pur sempre casa nostra. E c’erano tante cose da fare: rivedere i parenti, capire chi era ancora vivo e chi no. E mettere in ordine gli affari. E poi…, e poi, insomma, mio padre e mio zio erano ormai anziani: se mai qualcuno ha potuto estinguere la propria sete di viaggi, beh, entrambi lo avevano fatto più di ogni altro! Avevano tutto il diritto al loro riposo».
«E tu?», domanda Rustichello, non senza una certa malizia.
«Io ero cambiato completamente. Tu capisci: quando eravamo partiti, avevo diciassette anni; adesso ne avevo quarantuno!»
«Quindi siete stati via…»
«Ventiquattro anni, sì!»
«Misericordia!» e Rustichello si mette anche una mano davanti alla bocca, come fa chi non crede alle proprie orecchie.
Marco però ha ancora qualcosa da raccontare:
«Mentre eravamo a Trebisonda incontravamo viaggiatori di ogni Paese. Io non perdevo occasione per farmi raccontare di regioni che non avevo visto e che forse non avrei visto mai. È stato così che sono venuto a sapere della provincia di Oscurità…»
«Di che cosa stai parlando?», domanda il toscano, stupito.

2 Trebisonda: città dell’attuale Turchia, affacciata sul Mar Nero. Centro antichissimo,al tempo di Marco era capitale del piccolo Impero di Trebisonda,sottomesso ai Turchi ma autonomo e grande porto per i commerci tra Oriente e Occidente.