«Rustichello da Pisa, per servirvi, eccellenza».
L’altro si tamburella le labbra con il polpastrello del dito indice:
«Rustichello da Pisa… Rustichello da Pisa… Non mi è nuovo questo nome… Che cosa avete scritto?»
Gli altri prigionieri sono allibiti: guardano il visitatore, gli uomini armati, la porta che è rimasta semiaperta; ma soprattutto guardano quel toscano che, fino a quel momento, ha diviso con loro senza fare commenti la paglia, il pane e l’acqua.
Lui sembra sempre più disinvolto. Vero che, i toscani, ci vuol davvero molto a metterli in difficoltà e se la sanno sempre cavare. Questo si è inchinato al suo interlocutore, rispondendo:
«Ho scritto il Meliadus3, eccellenza».
«Il Meliadus!», ha esclamato il personaggio illustre, battendosi il pugno sul palmo dell’altra mano. «Ecco dove vi ho sentito! Mia moglie lo sta leggendo e tutte le sere che torno a casa attacca a dirne meraviglie! Tutte quelle storie di cavalieri e di dame: dico bene?»
«Dite benissimo, eccellenza. Per cui, capirete, io apprezzerei, certo, se ci fosse qualcosa in più da mangiare. Soprattutto per questi miei poveri compagni. Ma per me, se voi foste pietoso, non potreste procurarmi un codice4, magari anche un poco di carta, qualche penna5 e dell’inchiostro…»

3 Meliadus: una raccolta di romanzi che raccontano le avventure di Tristano (figlio appunto di Meliadus, da cui il titolo) e di Isotta, e di Artù e dei suoi cavalieri. Quest’opera ebbe un notevole successo al suo tempo.
4 codice: libro scritto a mano. L’invenzione del libro a stampa risale al Millequattrocento, cioè ben dopo i fatti qui raccontati.
5 penna: nel Medio Evo si usavano penne di uccelli (in genere,oche) la cui parte rigida era tagliata diagonalmente con un coltellino affilato, in modo che formasse una punta capace, una volta intinta nell’inchiostro, di lasciare un segno nitido e stretto; questa punta naturalmente si rovinava, man mano che si scriveva, per cui, dopo aver tagliato alcune volte una penna, era necessario sostituirla con un’altra.