«E come si chiama questo lago prodigioso?»
«È il mare di Gheluchelan…»
«Ma non è quello…»
Marco sorride:
«Sì, proprio lui: quello che mio padre e mio zio hanno raggiunto all’inizio della loro prima spedizione. È da loro infatti che ho sentito queste notizie: io non l’ho mai visto ma, sai, ciò che raccontava mio padre…»
«Beh, sì», ammette Rustichello, mentre scrive, «direi che ci possiamo fidare di lui, non ti pare?»
Ridono tutti e due.
«In Giorgiania», riprende Marco, «la città più importante è Tiflis12 e lì vivono tutti insieme e in pace cristiani, musulmani ed ebrei».
«Si può dire che sia un secondo miracolo!»
«Davvero. Noi, però, come ho detto, non potevamo andare verso queste regioni perché c’era davvero la minaccia di essere uccisi da qualche pattuglia d’invasori. Abbiamo perciò preso verso Sud, in direzione del regno di Mosul13».
«Era tutto deserto?»
«No, al contrario: due grandi fiumi, il Tigri e l’Eufrate14, rendono verde tutta la regione e, anzi, a volte si incontrano delle vere paludi, tanto che bisogna aggirarle per non impantanarsi. La gente lavora la seta e la intreccia con fili d’oro e ne ricava un tessuto che si chiama mussola proprio perché viene fatto in questo regno di Mosul e in particolare nella città che ha lo stesso nome.
Ma la gran capitale di questa fortunata regione è Baldac15: qui c’è la splendida residenza del Califfo che domina su tutti i musulmani del mondo, proprio come il Papa fa con i cristiani. Non puoi immaginare il fervore dei mercati, le migliaia di botteghe di artigiani, il colore delle spezie esibite aprendo l’imboccatura dei loro sacchi, le fogge degli abiti di gente venuta da tutte le parti dell’Asia e dell’Africa.

12 Tiflis: l’odierna Tbilisi, capitale, appunto, della Georgia.
13 Mosul: città nel Nord dell’attuale Iraq.
14 il Tigri e l’Eufrate: si inoltrano quindi in quella che si chiama la Mesopotamia, la Terra tra i due fiumi, che oggi costituisce in gran parte il territorio dell’Iraq.
15 Baldac: l’odierna Baghdad.