«Non dico questo…»
«Sì, che lo dici!», sorride Marco. «Questo calzolaio andava in chiesa tutti i giorni e divideva ad ogni pasto il suo cibo con i poveri. Tu hai mai fatto niente di simile?»
Rustichello arrossisce:
«No, direi proprio di no…»
«Vedi? C’è più bontà negli umili di quanto ci si potrà mai immaginare. Ma questo calzolaio aveva fatto anche di più: un giorno, sentendo il sacerdote leggere un passo del Vangelo in cui si dice che, se un occhio ti porta a peccare, è meglio strapparselo così che non rappresenti più un pericolo18, si ricordò che un giorno una donna bellissima era entrata nella sua bottega chiedendogli un paio di sandali; lui l’aveva invitata a mostrargli il piede, per capire quale tipo di calzatura le andasse meglio, e, mentre quella eseguiva questa semplice richiesta, lui si era sorpreso ad ammirarle le gambe e a desiderare quella cliente. Riavutosi, l’aveva congedata in tutta fretta, rinunciando anche alla vendita. Continuando a pensare alle parole del vangelo, ritornò nella sua bottega, appuntì un attrezzo e con quello si perforò un occhio in modo da punirsi per il pensiero scorretto che aveva avuto».
«Santo Cielo!»
«Eh sì! Chi più di lui ha interpretato alla lettera le parole di Gesù? Fu perciò chiamato e tutti lo supplicarono perché pregasse Dio e rendesse possibile il miracolo di spostare le montagne. Da principio lui rispondeva di non essere così virtuoso da poter sperare che Dio lo ascoltasse ma, alla fine, sempre più pressato dai confratelli perché provasse, accettò di fare almeno un tentativo. Il decimo giorno, dunque, celebrarono tutti insieme la messa e poi si recarono in processione nella pianura che stava di fronte a quelle montagne.

18 pericolo: allusione al passo del Vangelo di San Matteo in cui Gesù dice:“Ora, se il tuo occhio destro ti è occasione di caduta, cavalo e gettalo via da te: è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nell’Inferno” (5, 29).