«Aspetta! Aspetta!», lo interrompe Rustichello. «Come si scrive?»
L’altro ripete più lentamente:
«A-ta-pe-ri-stan».
«Va bene», dice in un soffio lo scrittore, finendo di vergare il nome sul foglio. «Continua pure».
«Ci vollero tre giorni di viaggio. Come ti ho detto, la Persia è davvero enorme. Quando finalmente arrivammo ad Ataperistan, venimmo a sapere che il nome significa “castello degli adoratori del fuoco”. Del resto chi ci abita fa appunto questo: adora il fuoco.
Ci raccontarono che molti secoli prima tre re si misero in viaggio per rendere omaggio a un profeta appena nato. Portavano oro, incenso e mirra perché, l’avrai capito, altri non erano che quelli che noi chiamiamo i Re Magi. L’assortimento dei regali non era casuale: a seconda di quel che il piccolo avesse scelto, avrebbero capito se era effettivamente nato un Dio, un re o un sapiente. Ragionavano infatti così: se sceglie l’oro, è sicuramente un re; se preferisce l’incenso, allora è un Dio; se invece gradisce di più la mirra, è un sapiente. Quando arrivarono a Betlèmme, il più giovane dei tre re entrò nel luogo dove il piccolo riposava e si trovò di fronte un essere che era il suo stesso ritratto: uguale a lui in età, in viso e in ogni dettaglio. Stupito, uscì e lasciò entrare il re dall’età di mezzo: anche questo ebbe l’impressione che colui che aveva davanti gli assomigliasse in tutto e per tutto; infine entrò il terzo re, il più anziano, e fece la stessa esperienza. Si ritrovarono fuori ed erano esterrefatti. Decisero di entrare tutti insieme ed eccoli in presenza di un bambino di tredici giorni. Quando gli presentarono le loro offerte, egli le accettò tutte e tre e diede loro in cambio un piccolo vaso di legno, chiuso. Essi ringraziarono e ripartirono per i loro regni, e cioè Sava, Ava23 e Casan24. Lungo la strada non poterono resistere alla tentazione di vedere che cosa contenesse il piccolo vaso di legno. Lo aprirono e vi trovarono una pietra. Sul momento restarono stupiti e anche un po’ delusi…»
23 Ava: probabilmente Avah, a poca distanza da Saveh e dunque in Iran.
24 Casan: non identificabile con una località odierna, ma quasi certamente sempre in Iran.