È capitato una volta che il tributo ritardasse e il signore di Cherman ne pretendesse la consegna proprio nel periodo in cui, sulla costa, il caldo costringeva tutti sotto le capannette di foglie. Ovviamente non era possibile accontentarlo ma l’altro, che viveva nel fresco delle montagne, non voleva sentire ragioni: organizzò una spedizione di milleseicento cavalieri e cinquemila fanti per piombare addosso di sorpresa agli abitanti della città. Quell’esercito si fermò, la notte prima dell’attacco, in un boschetto alle porte di Cormosa, per essere pronto a balzare sull’abitato con le prime luci dell’alba. Ma proprio allora si alzò quel vento che ti dicevo e morirono tutti soffocati, dal primo all’ultimo, tanto che non ne rimase neppure uno che potesse tornare indietro e annunciare il disastro. Gli abitanti di Cormosa si accorsero della strage e subito si precipitarono nel bosco per seppellire tutti quei morti, in modo da impedire che la putrefazione di tanti cadaveri infettasse l’aria. Trovarono che quegli infelici erano stati letteralmente cotti dal calore, tanto che non li si poteva spostare perché cadevano in pezzi e si dovettero scavare le fosse vicino a ogni cadavere».
«E tu come te la sei cavata?»
«Ho fatto come loro: quando il caldo era insopportabile, mi gettavo nell’acqua e aspettavo la sera!»
«Non avresti fatto meglio a prendere la prima nave che c’era in porto e andartene il più presto possibile?»
Marco tentenna il capo:
«Quelle navi? Te le lascio tutte! Sono le imbarcazioni più insicure che abbia visto: le assi di legno che le compongono non sono inchiodate, come si usa da qualsiasi altra parte, ma soltanto legate con un filo resistente ricavato dai gusci delle noci d’India5.
Sì, il filo è resistente ma fino a un certo punto, tanto più che non danno la pece6 agli scafi ma si limitano a ungerli con olio di pesce: capita perciò che prima o dopo finiscano per marcire e le navi affondino in alto mare. No, direi che è meglio patire un poco il caldo e restare con i piedi sulla terra!»
«Se lo dice uno che ha navigato sui mari di tutto il mondo, c’è da crederlo…»

5 noci d’India: le noci di cocco.
6 pece: sostanza bituminosa ottenuta dai residui della distillazione del carbone. Serve a impermeabilizzare, oltre che le barche di legno, anche i tetti e le strade.