Ridacchiano un poco. Dalla finestra viene il verso di un gabbiano. Anche lì, a Genova, il mare dev’essere in fondo alla via ma com’è lontano per loro che sono chiusi dentro una cella! Marco sospira e poi riprende il suo racconto: «Appena l’estate è finita e il calore si è un po’ calmato, ci siamo rimessi in viaggio. Abbiamo aggirato le montagne ma, così facendo, è stato necessario attraversare un deserto che sembrava non finire più. L’acqua era scarsa e quella poca che si riusciva a trovare sapeva di sale ed era verde quasi come la magra erba che riusciva a crescere qua e là. Per gli esseri umani è un liquido inutilizzabile, tanto che bisogna portare delle riserve con sé, prima di addentrarsi in quel territorio. Anche i cavalli e persino i cammelli la bevono contro voglia e del resto provoca loro dei disturbi all’intestino. Dopo sette giorni di cammino si arriva a una città, Cobinan , ma non è che una piccola pausa prima di affrontare un secondo deserto dove non vi è nulla: né cibo, né acqua. È una prova molto difficile per gli uomini e per gli animali: dura almeno otto giorni, se tutto va bene, ed è quindi con un vero sollievo e in pessimo stato che si arriva finalmente alla provincia di Tunocain ». «Quindi, in tutto, più di due settimane di deserto…» «Sì, è forse il tratto più difficoltoso di tutto il percorso fino al Catai. Nella provincia di Tunocain si trova una pianura quasi senza confini ed è qui che cresce l’Albero Solo». «L’Albero Solo? Che cos’è?» 7 8 9 10 : allude certamente al Deserto di Lut,nella parte orientale dell’attuale Iran. : forse l’attuale centro di Robat-el Khan, posto, appunto, tra due deserti. : è quello di Kavir. : l’attuale Khorasan, l’estrema regione orientale dell’Iran, prossima al confine con l’Afghanistan. 7 deserto 8 Cobinan 9 secondo deserto 10 Tunocain