Marco sorride eppure non si fa distrarre:
«Il “ma” stava nel fatto che, per entrare in quel “paradiso”, bisognava diventare “assassini”. Il Veglio ammetteva nel suo palazzo soltanto i giovani tra i dodici e i vent’anni, e li sceglieva in base alla loro predisposizione a usare le armi. Li faceva entrare nei suoi giardini un gruppo per volta e serviva loro delle bevande che li addormentavano di colpo. Quando erano immersi nel sonno, li faceva trasportare nel suo “paradiso” in modo che, quando si risvegliavano, si convincessero di trovarsi nel vero Paradiso. Erano felici e non lo avrebbero abbandonato per nulla al mondo. Ma era appunto ciò che il Veglio aveva previsto. Quando voleva mandare un sicario15 a uccidere qualcuno, faceva servire a quattro o cinque giovani in “paradiso” la bevanda che li addormentava di colpo e, al risveglio, si ritrovavano nel palazzo e in sua presenza.
Erano addolorati di aver perso tutte le loro delizie e si convincevano che il Veglio fosse una specie di profeta. Interrogati in presenza di altri giovani che non avevano ancora fatto alcuna esperienza, sostenevano di venire dal Paradiso e lo descrivevano con abbondanza di particolari. Allora, gli altri, gli inesperti, si offrivano di compiere qualsiasi impresa, pur di guadagnarsi anche loro quella vita beata. Il Veglio li metteva alla prova: li inviava nelle province vicine con l’ordine di uccidere qualcuno. Senza la minima esitazione, questi partivano e, senza sapere di essere seguiti da spie del Veglio, compivano la loro missione. Al ritorno, lui poteva scegliere il più spietato in base alle relazioni di coloro che avevano assistito alle belle imprese di questi disgraziati. Sapeva dunque chi mandare a compiere i delitti che maggiormente gli stavano a cuore».
15 sicario: colui che uccide per conto di altri; oggi, è più usato, anche se meno elegante, il termine “killer”.