Da quel momento tutto tornò alla normalità e anche i musulmani smisero di essere ingannati nella loro fede».
«Mica male questi Tartari!»
Marco sorride:
«Questo non è nulla a confronto di ciò che potrò raccontarti più avanti…»
«Dai, allora!»
«Sì, seguiamo il nostro percorso, in modo da andare per ordine. La nostra carovana procedeva sempre. Noi vestivamo ormai alla tartara, per difenderci dal freddo: avevamo delle pesanti gualdrappe18 di feltro19, berretti di pelo di cammello che arrivavano a coprirci anche le orecchie, calzoni di lana e stivali di pelle. La sera, se qualche pastore si era unito a noi per superare un valico montano, si affrettava a rinchiudere capre e montoni in un recinto di pietre, in modo che stessero gli uni contro gli altri, scaldandosi a vicenda, e fossero anche protetti dai lupi. Noi ci rifugiavamo nelle yurte e accendevamo il fuoco, mentre i cammelli restavano legati a dei pioli piantati nel terreno perché i lupi non osano aggredirli, tanto sono grandi e forti».
«Che posti!»
«E non è tutto: si attraversavano fiumi gelati, facendo passare gli uomini e le bestie sulla crosta bianca e certe volte era necessario portarsi dietro dei sacchi pieni di sabbia, da spargere sul ghiaccio perché i cammelli non scivolassero. Sotto quella pista bianca, si sentiva rombare l’acqua dei fiumi e si capiva che, se il ghiaccio si fosse rotto, nessuno avrebbe avuto scampo. Le nostre guide sapevano annusare l’aria e giudicare da quello se il ghiaccio avrebbe tenuto o meno. Quando poi si doveva oltrepassare una catena montuosa, ci si fermava ogni cento passi per riprendere fiato, uomini e animali. A volte, un cammello cadeva in ginocchio per la fatica e allora tutti accorrevano, per aiutarlo a rialzarsi».
18 gualdrappe: coperte imbottite, in genere ornate di ricami più o meno preziosi.
19 feltro: panno ottenuto pressando a caldo fibre di lana e peli di altri animali; ne risulta una sostanza che resiste bene alla pioggia e trattiene il calore del corpo.