«Aspetta, aspetta!», lo interrompe di nuovo il toscano. «Che cosa vai dicendo? La salamandra è un animale: non si può estrarre dalle montagne!»
Marco scuote la testa:
«Un animale, dici? E che caratteristiche avrebbe questo animale, secondo te e secondo noi occidentali?»
«Beh, lo sanno tutti: anche se lo metti sul fuoco, non brucia.
Passa indenne attraverso le fiamme e se ne va per i fatti suoi7».
«E ti sembra possibile?»
«Così dicono: io non ci ho mai provato».
Marco sorride:
«Zurficar mi ha permesso di capire tutto. Dunque, la vera salamandra è un minerale che, quando è estratto dalla montagna, si presenta in pezzi grigiastri e fa dei fili come la stoffa8. La si pesta allora e la si lava, per separare il terriccio dai fili e con essi si può tessere, per esempio un telo. Poi si mettono sul fuoco e non bruciano ma, al contrario, diventano bianchissime. Se usandole si sporcano, basta rimetterle sul fuoco ed è come se fossero lavate. È questa la vera salamandra: tutto il resto è una pura invenzione!9»
«Guarda tu se uno deve andare fino in Catai per chiarire la natura delle nostre salamandre!»
«Non c’è limite a quanto si può imparare: basta prestare attenzione e ascoltare gli altri con umiltà, senza presunzione. Ci sono sempre più cose da sapere di quelle che sappiamo».
«Com’è vero!»
7 fatti suoi: queste erano infatti le inverosimili caratteristiche attribuite alle salamandre, nel Medio Evo. Esse sono in realtà degli anfibi che si nutrono di insetti e lumache, ed è ovvio che morirebbero immediatamente se gettate sul fuoco.
8 fili come la stoffa: senza rendersene conto, Marco sta descrivendo l’amianto, la sostanza isolante che è capace di resistere al fuoco.
9 invenzione: siamo in presenza di un vero guazzabuglio. Tutto parte dalla leggenda che si è riferita circa la salamandra. Adesso Marco, trovando una sostanza che non brucia sul fuoco, le attribuisce il nome dell’animale e pensa di aver ristabilito la verità scientifica! Ma siamo nel XIII secolo: la Scienza doveva (e deve) fare ancora tanti progressi!