Rustichello annuisce, sempre scrivendo:
«Sì, è commovente: rivela un animo tenero e anche poetico.
Non sembra proprio che possano essere delle furie in guerra…»
«Te l’ho detto: tanto violenti in guerra, quanto pacati in pace e soprattutto in famiglia».
«Ma, dunque, mi hai parlato delle abitudini dei Tartari perché finalmente, con il tuo racconto, siamo arrivati al momento in cui hai incontrato il Gran Khan?»
Marco piega per un momento la testa di lato, imbarazzato:
«Mi sono fatto un po’ prendere perché continuavi a dire che erano barbari e io volevo smentirti. In realtà occorreva ancora un po’ di strada, prima di entrare in Catai e arrivare fino a Kublai…»
«Va bene: ho capito», sospira Rustichello, deponendo la penna con aria stanca. «Finirai domani: il sole è calato e oggi non ci si vede più, a scrivere. Intanto, finché restiamo qua dentro, il tempo non ci manca di sicuro…»