Marco Polo: una vita per l’avventura
Il favoloso viaggio in Asia è, senza confronto, l’avvenimento più importante della lunga vita di Marco Polo. Quando egli nasce, a Venezia, è il 1254 e suo padre, Niccolò, esercita già da tempo la professione di famiglia, quella del mercante, insieme al proprio fratello Matteo. Marco ha soltanto sette anni, quando il padre e lo zio partono per un viaggio in direzione del Mar Nero, con l’obiettivo di vendere una grossa partita di pietre preziose al re dei Tartari Occidentali.
Il viaggio avrebbe dovuto durare uno o due anni, e invece Niccolò e Matteo Polo ritornano a Venezia soltanto nel 1269.
Hanno molto da raccontare, poiché, a causa di ostacoli incontrati lungo il percorso, non hanno potuto ripercorrere la via dell’andata e, continuando ad avanzare in Asia, sono invece arrivati fino alla corte del Gran Khan, l’imperatore mongolo che regna sulla Cina.
Marco ha ormai quindici anni ed è rimasto orfano della madre; ascolta con avidità i racconti dei due esperti mercanti e la sua mente si infiamma all’idea di tutte le avventure corse e degli splendori di cui sono stati testimoni. Non fa stupire, quindi, che, due anni dopo, nel 1271, quando i fratelli Polo ripartono, Marco si unisca alla spedizione. Il loro compito è di grande importanza: devono portare al Gran Khan le lettere che saranno affidate loro dal papa e, allo stesso tempo, guidare un gruppo di predicatori che dovrebbero convertire la Cina al cristianesimo.
Padre, figlio e zio ritorneranno a Venezia soltanto nel 1295, dopo ben ventiquattro anni! Nel frattempo, Marco ha percorso una grande porzione di Asia e ha raccolto accuratamente informazioni sulle regioni che non ha potuto visitare di persona. A Venezia, però, non viene creduto. Lo si accusa di esagerare fatti, personaggi e meraviglie osservate, forse per attirare su di sé l’ammirazione degli altri o forse per nascondere la provenienza non limpida delle ricchezze che gli vengono attribuite.